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Il bambino con il pigiama a righe

Regia di Mark Herman vedi scheda film

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La recensione su Il bambino con il pigiama a righe

di LorCio
6 stelle

Di cinema sulla Shoah ne abbiamo visto molto. Qualcuno direbbe addirittura troppo – io no: è pur sempre un veicolo per non dimenticare. Vediamo: per quanto concerne il cinema di finzione sul tema, la palma d’oro va a Schindler’s List (checché se ne dica, un film fondamentale); poi direi Il pianista; il più sopravvalutato senza dubbio resta La vita è bella. Oramai, dopo anni e anni di elaborazione funesta del dolore indicibile, un altro cinema sull’olocausto dovrebbe muoversi in altre direzioni. Altrimenti si rischia: 1) la “generizzazione” della tragedia; 2) la strumentalizzazione del genere; 3) il rischio di non essere più sinceri. Forse non è ancora giunto il momento, chissà. Fatto sta che Il bambino con il pigiama a righe si inserisce dignitosamente in un filone di funzionale e necessaria memoria. Intendiamoci, il film è a livello umano di devastante forza (il finale è di criminale ed inevitabile tristezza).

 

 

Ma è a livello stilistico a non impressionare più di tanto. Soffre di un didascalismo qua e là fin troppo evidente, con qualche accenno di palese “televisizzazione” (qua e là sembra una fiction, è innegabile) che lo rende quasi ovvio e prevedibile. Certo, d’altra parte la storia è molto bella. E anche raccontata con dignità, umanità, dolcezza – doti non rare in un panorama cinematografico sempre più barbarico – (già il titolo evoca l’ingenuità delle anime puerili). Il rapporto di amicizia fra i due (non-)diversi tocca punte di commovente sincerità, così com’è interessante il ritratto della borghesia militare, nucleo familiare vivente sotto fragile e crudele campana di vetro. Eppure manca di qualcosa, e non so bene che cosa. Alla fine è un film che fa anche male. Non è semplice capire cosa manchi in un film di questo tipo. È come se il pugno allo stomaco si sia fermato qualche centimetro prima del contatto. Rivolto certamente al pubblico infantile, un film nobilmente didattico, sobrio e mai esemplificativo.

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