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Nessuna verità

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Nessuna verità

di valerioexist
6 stelle

Niente da fare…
Ho la fotocopia delle tasse pagate nel 2007 anziché di quelle del 2008; la cassiera del cinema non dimostra clemenza e non mi fa neanche lontanamente sperare in un biglietto ridotto per studenti a tre euro.
Le consegno i cinque sacchi (è mercoledì fortunatamente) mentre spero che le cadano tutti i capelli ed entro in sala per l’ultimo film di Ridley Scott con Leonardo Di Caprio e Russel Crowe: “Body Of Lies” anche detto “Nessuna Verità”.
Ultimo film dell’era Bush o primo dell’era Obama?
Che cazzo ne so!
“Nessuna Verità” non è un film complicato; però io c’ho capito poco.
Dopo tutto io scrivo opinioni personali ed è pure normale che lo ammetta dichiaratamente se alcune cose non mi sono tornate; preferivate che mi andavo a guardare la trama su wikipedia per dirvi bene per filo e per segno cosa succede nell’ultimo di R. Scott?


La pellicola è tutto un susseguirsi di cambi di location con tanto di scritta in sovrimpressione che ti dice dove ci si trova; si può dire che “Body Of Lies” stia alla geografia come “Zodiac” stava al tempo (quello inteso come “time”).

In “Nessuna Verità” i personaggi sono sempre indecisi se parlare inglese o arabo, e nella maggior parte dei casi mischiano, fanno un po’ dell’uno ed un po’ dell’altro. Li capisce solo il bello e poliglotta Leonardo Di Caprio che è l’agente della CIA col pizzetto che sta un po’ in Iraq e un po’ in Giordania, che fa a botte, spara, interroga, spia, gli scoppiano le bombe tutt’intorno, prende pugni, cazzotti, gli crepano i compagni d’avventura davanti lasciandogli i rimasugli delle loro ossa conficcate nella pelle… il tutto sotto la disinteressata attenzione di un Russel Crowe talmente pigro che usa solo l’auricolare, che scrive al computer senza battere sulla tastiera (c’ha il dattilografo virtuale) e che chiacchiera con il povero Di Caprio pieno di tagli e lividi mentre lui al massimo accompagna il figlioletto a scuola o a pisciare di notte e ogni tanto se n’esce con qualche frasetta a effetto che Dio lo fulmini.
Di Caprio intanto, tra un’azzuffata e un’altra, si innamora di un’infermiera iraniana coi sopracciglioni che gli deve fare le pere nello stomaco per vaccinarlo dalla rabbia (s’era fatto mozzicare da un cane mentre accoltellava uno che mi pare fosse infame per qualche motivo che non ricordo). C’è poi il personaggio dell’arabo di Hani Pasha (intepretato dall’inglese Mark Strong: Marco Forte) che è un capo rompicoglioni dell’intelligence giordana, uno che somiglia ad Andy Garcia dopo una lampada e che dice sempre “non mi mentire mai! Mi hai mentito! Non bisogna mentire…”, poi alla fine uno qualche cazzata gliela dice sempre. Però in fondo in fondo è un personaggio mezzo buono (cioè, non lo so, non l’ho capito, faceva le torture alla gente però non le faceva, cioè non erano torture, erano tipo punizioni, vabbè, a me mi stava sul cazzo, buono o cattivo).
Che altro succede? Ah si! Leonardo Di Caprio si fa la tinta per somigliare ad Enrico Papi ed incastrare uno che però era innocente, al quale poi arrivano delle e-mail di gente che si congratulava con lui di una cosa che non aveva fatto ma che sembrava che l’avesse fatta perché un nerd amico di Di Caprio aveva fatto sembrare che…
Vabbè, facciamola finita, Di Caprio fa la fine di Gianmaria Volontà ne “La Classe Operaia Va In Paradiso”, cioè non è che rimane senza lavoro, ma ci rimette qualche dito; mentre il Gladiatore sta sempre a casa colle cuffiette a fare la spesa e a grattarsi le palle nel giardino.
“Nessuna Verità” non è che mi sia piaciuto troppo, forse c’ho capito poco proprio per questo; non capivo se alcuni fossero buoni o cattivi, quindi mi sa che il voto non glielo do.
Ma neanche ve lo consiglio; ho preferito assai il lavoro precedente di Scott (American Gangster), questo sembra l'esempio del film post 11 Settembre: l'arabo buono, le bombe, la Cia, l'America, le torture, la guerra. Ha avuto la sfortuna d capitare nel periodo di "Tropic Thunder" e di sembrarne lo zimbello involontariamente.
È così noioso che quando credevo che dovesse finire è arrivato il bibitaro.
Vabbè... facciamo 4emmèzzo.

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