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Leningrad Cowboys Go America

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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La recensione su Leningrad Cowboys Go America

di mm40
6 stelle

La parabola trionfale (ma non troppo) dei Leningrad cowboys è racchiusa in questa commedia di stampo grottesco - estremizzato nella sua stilizzazione di personaggi e situazioni, talvolta al limite dell'autocompiacimento -, eccentrica come i suoi protagonisti, di breve durata e dai dialoghi piuttosto rarefatti (più volte le didascalie, sensate o semiserie, vengono in aiuto alla narrazione). La musica (in particolare il rock and roll delle origini) è sempre stata la seconda passione di Kaurismaki, che aveva già diretto un paio di clip dei Leningrad Cowboys (Thru the wire e LA woman, 1987/88), inoltre partecipanti al suo cortometraggio Rocky VI (1986); il rispetto  è talmente tanto che, solitamente, nei suoi film il regista inserisce solamente musiche diegetiche, cioè effettivamente provenienti dalla scena. Qui invece si lascia andare e inserisce una colonna sonora molto più regolare, decisamente presente, intervallando musiche di sottofondo a scene di vere e proprie esecuzioni sul palco (comunque mai tirate eccessivamente per le lunghe, sempre funzionali alla narrazione). I personaggi sono volutamente inconsistenti e inverosimili, abbigliati in maniera ridicola: quando si riesce a entrare nel mood stralunato del film - e di Kaurismaki, molto più semplicemente - si sorride. Sceneggiatura del regista e di Sakke Jarvenpaa e Mato Valtonen, due membri della band, che esiste anche nella realtà: nasce qui, quasi per gioco, ma negli anni immediatamente successivi, complice il successo della pellicola, sarà portata addirittura in tour mondiale e darà luogo a un sequel, Leningrad Cowboys meet Moses e a un concert film (Total balalaika show), entrambi diretti da Kaurismaki. Il manager del gruppo è qui interpretato da Matti Pellonpaa, amico e attore favorito del regista; in un ruolino (venditore di macchine) compare Jim Jarmusch. 6/10.

Sulla trama

Una sgangherata folk band finlandese approda a New York in cerca di successo. Sbeffeggiata, prosegue il suo cammino verso sud e cambia genere musicale: dal rock and roll al country, fino alla marcia funebre; dopo mille disavventure passa il confine con il Messico, dove incontra il successo diventando un gruppo mariachi.

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