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Babylon A.D.

Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film

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La recensione su Babylon A.D.

di mc 5
4 stelle

Che fastidiosa sensazione ti prende quando ti capita di vedere un film in cui da ogni immagine trapela ciò che quel film avrebbe potuto essere e, ahimè, non è. Eh sì, perchè la pellicola di cui stiamo parlando non dev'essere nata sotto una buona stella, a quanto hanno riportato le cronache. Prima di tutto le furibonde litigate sul set tra Diesel e Kassovitz che pare non si siano mai sopportati, e che hanno determinato un prolungamento delle riprese (ma il prolungarsi fu dovuto anche a problemi esterni di tipo climatico), fatto sta che la produzione di fronte a consistenti sforamenti del budget, ha preso in mano la situazione intervenendo pesantemente sul montaggio e tagliando il film di una ventina di minuti, proprio quei minuti che Kassovitz riteneva i più importanti. Risultato: da allora il buon Kassovitz non fa che insultare la produzione attraverso mille dichiarazioni, nonchè rinnegare la paternità del film, a suo avviso sostanzialmente travisato. Non male, eh? Un bel clima sereno per il lancio di un film, vero? Un film, peraltro, in cui Kassovitz aveva profuso 4 anni di impegno e di idee. Brutta storia. Per molti, anzi per la quasi totalità del pubblico, ovviamente ignaro di questi retroscena, il film risulterà comunque seducente, perchè prodotti che parlano di universi futuribili, di scenari apocalittici o postatomici in chiave di fanta-action, beh, un certo fascino lo conservano sempre, e inoltre non dimentichiamo che esiste una folta categoria di pubblico, per lo più inquadrabile nei fruitori delle multisale, che potremmo definire "di bocca buona", facile ad accogliere ogni cosa sia un minimo "pompata" e si richiami a modelli già noti e famigliari. E qui i modelli estetici di riferimento sono evidenti, e stanno a cavallo fra "Blade Runner" e "Il Quinto Elemento", senza dimenticare "I figli degli uomini" di Cuaron. Ecco, qui troviamo presenti, opportunamente rielaborati, parecchi elementi visivi e narrativi ispirati a quei modelli, solo riproposti con qualche tonnellata di stile, di classe e di poesia in meno. Molto di ciò che viene mostrato appare stereotipato e deludente, dalle sequenze d'azione ai personaggi stessi. A proposito di quest'ultimo aspetto (i personaggi) vorrei sottolineare l'istintiva antipatia che mi hanno ispirato le due protagoniste femminili del film, una suora rompicoglioni e una ragazzina misteriosa che racchiude in sè poteri mistici e soprannaturali. Sì, perchè c'è un aspetto del film che mescola con una confusione notevole misticismo, genetica e clonazioni, generando nel pubblico una serie di domande che in realtà non vengono mai spiegate fino in fondo (che sia un effetto di quelle manipolazioni di montaggio operate dalla produzione? Mah!). E della "massa muscolare" protagonista del film ne vogliamo parlare? Un divo conclamato ed acclamato, questo Vin Diesel, che a me, sinceramente, non ha mai detto molto.Certo, ok, ha il "fisico del ruolo" per queste parti da "cyber-bullo", ma che attore è quello che si lega ad un unico personaggio? Lo so bene che al suo attivo ci sono anche due o tre film in cui recita altri ruoli, ma quei ruoli, non avendogli giovato in popolarità evidentemente ha pensato bene di abbandonarli per questa sua, diciamo così, "specializzazione". E anche in questo film non sgarra di un millimetro dal solito clichè. E poi aggiungo un'altra considerazione: finchè Diesel corre, spara e spaccatutto, ok, ma appena spuntano sul suo volto segnali di rimpianto, di malinconia crepuscolare, di umanità stanca e dolente, beh, allora la nostra "massa muscolare" sfiora (e spesso supera) il ridicolo. Oltretutto il suo personaggio, come d'altronde quello delle due co-protagoniste, è scritto male in sede di sceneggiatura, troppi dettagli mancano all'appello, troppe sono le cose che hanno il vuoto intorno. Ecco, la percezione generale che il pubblico ha è che in questo film "manchi qualcosa"...Non sarà che il buon Kassovitz, confidando nell'appeal dei suoi stereotipi "muscolari" e adrenalinici, crede di prenderci per il culo, e di nascondere così imbarazzanti buchi di sceneggiatura e personaggi senz'anima?
Ma se ci tornano in mente le battagliere affermazioni del regista a proposito delle vicende produttive travagliatissime, non siamo più tanto sicuri di dover massacrare Kassovitz...Però sta di fatto che il film è deludente e la colpa sarà pure di qualcuno. E comunque, anche a prescindere da questo difficile parto artistico, c'è un dato di fatto evidentissimo: il Kassovitz che ci impressionò tutti quanti con "L'odio" e quello che ora dirige queste tronfie "Bessonate", beh, si fatica parecchio a credere che siano la stessa persona. Paradossalmente, le sole cose che paiono funzionare sono i tre illustri camei offerti da Gerard Depardieu, Charlotte Rampling e Lambert Wilson. Besson stavolta non c'entra niente, eppure in certi momenti è come se la sua infausta ombra rozzamente muscolare aleggiasse sul film...Alla fine di questo inutile bombardamento d'immagini, e di fronte ad un'inquadratura finale che non sai se ridere o piangere, ti resta il dubbio di come sarebbe stato questo film se Kassovitz avesse potuto realizzarlo come voleva lui.
Voto: 5

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