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Lawrence d'Arabia

Regia di David Lean vedi scheda film

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La recensione su Lawrence d'Arabia

di Stefano L
10 stelle

Lawrence of Arabia (1962)

 

Film stupendo sulle gesta del tenente britannico Thomas Edward Lawrence (lo straordinario Peter O’Toole), corrispondente nello stato maggiore del generale Archibald Murray fra il 1914 e il 1917, ma anche antropologo vivamente affascinato dalla civiltà islamica. Durante il lunghissimo viaggio, scoprirà che le truppe anglosassoni vogliono sfruttare le tribù arabe per sconfiggere i turchi e dividere il territorio con i francesi. Malgrado i dissapori conseguenti alle strategie militari prevaricatorie ideate dai superiori, Lawrence ha l'incarico di assistere il consulente dell'emiro Feisal (l'attore Alec Guinness); attaccheranno gli ottomani dalla parte scoperta della città di Aqaba con l'aiuto dello sceriffo Alì (Omar Sharif, nel ruolo più celebre). Dopo il primo conflitto, si prevede un assalto presso Damasco... 

 

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La regia superba di David Lean, grazie ad una fotografia ricolma di immagini splendidamente poetiche ed inquadrature incantevoli, riesce a trascinare intimamente lo spettatore nell'immensità del deserto, con le relative minacce e il suo intrinseco splendore. Utilizzando spesso grandangoli ed ampi campi medi, Freddie Young raffigura ieraticamente l'imponenza di un paesaggio mozzafiato, ove Lawrence sembra un granello di sabbia su un panorama sconfinato, mostrandoci come poco sia rilevante un uomo dinanzi alla potenza di madre natura. Lo stile pittorico dell’esposizione viene avvalorato da riprese suggestive in formato 70mm. I dettagli pullulano di appaganti sottigliezze artistiche, ed è possibile percepire le onde afose di calore e la coltre di raggi luminosi che permeano le enormi ambientazioni. David Lean, intanto, lascia trapelare la duplice indole della pellicola, ovvero quella di un racconto epico e di un ritratto introspettivo di Lawrence; egli, profondamente alienato dalla famiglia e gradualmente estraneo alle peculiarità della cultura occidentale, a un certo punto vorrà indossare una tunica mediorientale, al fine di spezzare definitivamente ogni raccordo col passato e ipotizzare che tipo di uomo sarebbe potuto diventare se fosse nato sul suolo saudita. La mdp si staglia su di lui facendo risaltare il tagliente contrasto tra la veste bianca e la rutilante sabbia circostante sotto il Sole cocente: Lawrence è quasi una creatura divina inviata dal cielo. Conquista quelle lande sconfinate e ne viene a sua volta assoggettato. Tale fascino visivo rende “Lawrence d'Arabia” una sorta di composizione lirica che mette a stretto contatto un'atmosfera trasognante con un contesto realistico. Tuttavia, mentre l'avvincente storia si sviluppa, quel posto assume un aspetto differente, in quanto ostenta il lato meno attraente: acquisirà la parvenza di un luogo ostile, spietato, che non ha preferenze su chi o cosa vi dimori. Lawrence e i soldati avranno difatti parecchie difficoltà a superare gli innumerevoli ostacoli che vi si concretizzeranno (anche a causa della penuria di acqua e provviste), e il sacrificio di alcuni compagni delle pericolose imprese eroiche intraprese pare inevitabile. Le improbe circostanze tratteggeranno la travagliata psicologia del protagonista, il quale, nello svolgimento della vicenda, esternerà molteplici, suadenti cambiamenti di personalità: sia che essi si rivelino generosi verso gli stranieri, sia nel caso in cui l'approccio alle battaglie comincerà a palesare una certa imprudenza nel tentativo di compiere a tutti i costi rischiose azioni, Lawrence si sentirà sempre determinato nel portare a termine i malagevoli obiettivi (qualche volta, agendo impulsivamente). Nel frattempo, i personaggi a fianco al main charachter susciteranno all'astante diverse meditazioni sulla complessità dell'animo umano. Gli interessi privati delle figure rappresentate vanno di pari passo con manifestazioni di nobiltà, eroismo, tradimento, spietatezza, amicizia, nazionalismo e manie di grandezza. Tramite una serie di vittorie audaci, Lawrence guadagna la fiducia, il rispetto e la lealtà dei popoli, trasformandosi in una sorta di paladino. Nel corso delle traversie, lo spettacolo viene ulteriormente rinvigorito dalla fiammeggiante messa in scena dei funesti scontri a fuoco e dalla colonna sonora raffinata di Maurice Jarre... Lean non risparmia comunque lo scetticismo nei confronti dell’ipocrisia della guerra e dei biasimevoli intenti colonialisti del Regno Unito, accentuando spesso l’inclinazione torbida ed anetica degli altri ufficiali inglesi.

 

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O’Toole, dunque, incarna una sagoma iconica, leggendaria, indimenticabile. La performance, sfoggiando una consistente pletora di sferzanti sfumature, rimane una delle migliori nell’ambito del cinema d’avventura e giustifica la fama di capolavoro assoluto attribuita a questa meravigliosa opera.

 

 

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