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Gardener of Eden - Il giustiziere senza legge

Regia di Kevin Connolly vedi scheda film

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La recensione su Gardener of Eden - Il giustiziere senza legge

di mc 5
8 stelle

E' abbastanza frequente per chi si ostina anche d'estate a cercare qualche film discreto da vedere, imbattersi in pellicole che io definisco "ufo", cioè film (per lo piu' non superano i 90 minuti) di cui non si sa assolutamente nulla. Attenzione, non sto parlando degli horror, che in quel campo si va sul sicuro: quelli che escono d'estate sono TUTTI delle schifezze. No, io mi riferisco ai thriller o comunque ai film drammatici di cui nessuno sa dirti nulla e ti rimane sempre quel dubbio "e se non fosse un fondo di magazzino?". In questi casi io mi muovo razionalmente. Prima vado nei siti di cinema ma anche lì di solito non si cava un ragno da un buco. Allora passo alla "fase-2": mi dirigo sul sito del distributore; ma spesso anche lì non c'è verso: certe "Case" sembrano sbattersene completamente dei loro film minori. Il film di cui sto parlando, in questo senso si è rivelato un soggetto durissimo, tanto che m'è toccato andare a vederlo ignaro di tutto, al buio. E m'è andata anche bene che son riuscito a beccarlo: per dire, un' altra pellicola segnalata ovunque all'interno delle multisale delle mia città con gran sfoggio di cartelloni ma senza che nessuno sapesse dirmi nulla circa il film stesso -mi riferisco al thriller "Identità sospette"- quei disgraziati della Eagle alla fine han deciso di farlo uscire in sole 4 sale in tutta Italia, per cui non lo vedrò mai se non in DVD. Mah. Misteri. Si tratta di un filmettino indipendente discretamente originale, curioso e abbastanza intrigante. Diciamo che si sviluppa affidandosi a piu' registri: dal drammatico alla commedia, dal demenziale al thriller noir. Di solito in questi casi i recensori hanno già un loro repertorio secondo cui "il regista non sa decidersi su quale registro scegliere ed il film resta irrisolto"...e infatti qualcuno lo ha già scritto di questo film (e te pareva). Io sostengo l'esatto contrario: la forza del film sta proprio nel riuscito equilibrio tra i vari registri utilizzati. Lo sfondo conta molto, ed è la cittadina di Bickleton, New Jersey, dunque profonda provincia americana, dove i giovani affogano nella noia, cercando scampo nelle goliardate, nell'alcool, nelle belle ragazze, e in qualche bella sniffata tra amici, così per stare in compagnia. E infatti il film inizia proprio con toni da commedia giovanile, con la voce off del protagonista (Adam) che ci presenta i luoghi della sua monotona vita quotidiana, i genitori, gli amici mai cresciuti, lo spacciatore di quartiere...una galleria di personaggi non tutti forse adeguatamente rappresentati ma comunque efficaci e funzionali. Il nostro Adam sbarca il lunario come può, lavorando come commesso in un negozio di alimentari di proprietà di un insopportabile ebreo (da questo punto di vista il film è politicamente scorrettissimo: si scaglia sui difetti presunti degli ebrei in chiave satirica molto feroce). Finchè una sera in cui la frustrazione di Adam ha raggiunto l'apice, succede qualcosa che cambierà la sua vita. Ed è una vita, la sua, che gli sta regalando solo rabbia e negatività: tutto gli va storto, e dopo i tanti due di picche ricevuti dalle ragazze diventa assiduo frequentatore di prostitute, ma anche qua si caccia in un guaio che gli procura l'espulsione dall'università e -di conseguenza- anche i genitori lo scacciano di casa. Insomma, una sera va fuori di testa e pensa bene di scaricare tutta l'aggressività accumulata pestando a sangue il primo sconosciuto che incontra per strada. Quando si dice il destino!! Lo sconosciuto passante è in realtà un pericoloso stupratore ricercato dalla polizia! Sicchè Adam conquista il suo quarto d'ora di popolarità, foto sui giornali locali, interviste, insomma l'eroe della sua cittadina. Ma mentre questa è una popolarità destinata ad un ciclo brevissimo, la sua mente ne esce profondamente alterata. Si fanno largo nella sua testa pensieri sconnessi che culminano in un'unica ossessione: la sua Missione è ora quella di ripulire la città dai delinquenti. Una fissazione la sua, accompagnata da un atteggiamento inedito per lui, che implica qualcosa di morboso, al punto che gli amici lo evitano come la peste vedendolo così incupito e strano. La sola persona che gli resta vicina è Mona, una dolce ragazza conosciuta in quanto vittima dello stupratore che David aveva malmenato. Ho letto in rete collegamenti e richiami a "Fight Club" e a "Taxi Driver": fatte naturalmente le debite proporzioni (non dimentichiamo che è un film indipendente senza eccessive pretese), io concordo che questi riferimenti siano condivisibili. Da segnalare poi un finale (tranquilli, ho la bocca cucita!) assolutamente durissimo e destabilizzante, che si consuma in due secondi di follìa che lasciano inebetito lo spettatore. In pratica il film lo si può sintetizzare così: un viaggio in chiave "pulp" nella mente sconvolta di un giovane provinciale americano, con tutto il corollario di gioventu' tradita da una Società che non ha lasciato ai ragazzi nemmeno un solo ideale per cui lottare, per cui gli unici valori di riferimento diventano soldi, sesso e droghe. Insomma, è la degenerazione di chi realizza di non poter avere accesso ad un improbabile Sogno Americano che, visto dalla provincia di Bickleton, appare piu' lontano che mai. L'attore protagonista, Lukas Haas, praticamente perfetto in questo ruolo di nerd impazzito, è bravissimo ad impersonare questo ragazzone americano senza arte nè parte che ad un certo punto dà di matto e scopre in sè una sorta di cupa vocazione tra il mistico e il trucido. Avete presente Giovanni Ribisi, quel tipo tanto "misurato" che prima di ogni set pare divori interi armadietti di anfetamine? beh, indovinate qui che ruolo fa? Lo spacciatore (eh eh...) e non ci crederete ma pare il ruolo glielo abbiano cucito addosso. Ah, dimenticavo il nome del produttore del film: coso, lì, come si chiama...ah sì, Leonardo Di Caprio (ma questo nome dove l'ho già sentito?!). Sembra una di quelle frasi fatte che si usano coi film bizzarri, ma credetemi che è vero: la carta vincente di questo film è nel non essere nè leggero nè cupo e tuttavia essere tutte e due le cose.
Voto: 8 e 1/2

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