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Surveillance

Regia di Jennifer Chambers Lynch vedi scheda film

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La recensione su Surveillance

di supadany
6 stelle

Dei tre film che ho visto di Jennifer Lynch, questo è il più interessante, premesso che “Boxing Helena” (1993) è talmente brutto da risultare non credibile per qualunque paragone e che “Chained” (2012) presenta una cattiveria analoga per disumanità, ma possiede ancora più tratti discutibili di quanto non accada in quest’opera.

Nel piccolo centro di Santa Fe sono appena accaduti una serie di omicidi e gli agenti FBI Anderson (Julia Ormond) e Hallaway (Bill Pullman) arrivano sul posto per interrogare i testimoni sopravvissuti e i poliziotti che hanno assistito ad alcuni di questi delitti.

I poliziotti del posto sono tutt’altro che ligi al dovere e la descrizione dei fatti, ricavati da tre distinti interrogatori, lascia più di un dubbio su come siano andati realmente i fatti.

 

 

Sicuramente non è un film banale, discutibile per diversi aspetti, ma abile ad affondare senza timori nelle viscere del “genere” con una malsana visione d’insieme.

Le prime immagini sconnesse non inducono gran ottimismo, ma ben presto ci si rende conto che il taglio cinematografico è di buona qualità (tra le varie è decisamente riuscita la fotografia) e che la storia non sarà certo una gita di piacere (un po’ come non lo è per la famiglia che si trova nel posto sbagliato nel momento meno consono).

Decisamente surriscaldati i toni descrittivi riservati ai poliziotti (i giochi di pessimo gusto che fanno i due agenti in servizio sono a loro modo un’eccentrica particolarità), forse si poteva essere efficaci anche con qualche esasperazione in meno, però all’interno di una costruzione malata e fatalista possono essere presi come una peculiarità coraggiosa.

In ogni caso non sempre l’abito fa il monaco, sicuramente la trama è spigolosa, apre varchi (purtroppo non tutti credibili fino in fondo) per arrivare all’atto finale senza, o quasi, pietà con colpo di scena in canna.

Da segnalare che sul dvd dell’edizione italiana è presente un finale alternativo che prevede destini diversi per più personaggi in un quadro d’insieme più speranzoso (e quindi sostanzialmente meno appropriato di quello poi scelto).

Un film dunque cupo, dai toni esacerbati, che può recare fastidio, che presenta alcune scene degne di un cult e qualche (inevitabile?) dubbio che ne limita la portata senza comunque farlo scadere più di tanto.

Crudele.

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