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Lasciami entrare

Regia di Tomas Alfredson vedi scheda film

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La recensione su Lasciami entrare

di scandoniano
9 stelle

Il piccolo Oskar, nella Stoccolma degli anni ’80, vittima di bulli a scuola e di una famiglia complicata, incontra Eli, una strana ragazzina che gli cambierà la vita.

Lasciami entrare” dimostra come non sia necessario volare come scoiattoli volanti o evitare incidenti mortali per fare un bel film sui vampiri. Il concetto di horror di Tomas Alfredson è minimal, serrato e asciutto, cogliendo nel segno con poche inquadrature emblematiche e senza fronzoli. La sua messa in scena è più fredda del clima svedese, i suoi protagonisti umani più eterei dei non-morti. Si pensi agli intolleranti (i bulli) e agli ignoranti (nessuno vede che Oskar è una vittima della società): almeno la piccola Eli uccide per vivere, ed il suo convivente un serial killer per necessità. Ma gli orrori della società moderna invece sono gratuiti. E i veri mostri sono le madri insensibili, le mogli disattente, i professori distratti.

Pur provenendo dalla TV, la regia di Alfredson non risente di quello che sarebbe stato un comprensibile retaggio televisivo, bensì appare decisamente personale e curata, con qualche richiamo agli horror indipendenti col ritmo di un J-horror. Colpisce l’incedere delle vicende, in un crescendo che si fa via via più disturbante. Inquietano quelle esplosioni di violenza sanguinaria improvvisa, veicolate attraverso morti silenziose e per questo più terrificanti: la donna vampiro che si suicida con la luce, il moribondo che si schianta sul parapetto dalla finestra dell’ospedale, i bulli massacrati fuori campo e (con la scusa dell’acqua) anche senza rumori. Alfredson sa cos’è un horror d’autore. Il suo è un gioiello da vedere a tutti i costi.

Caterva di premi in giro per il mondo. Splendido input la scrittura di John Ajvide Lindqvist, ma Alfredson e la sua crew ne fanno un film imperdibile.

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