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Regia di Tomas Alfredson vedi scheda film

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La recensione su Lasciami entrare

di mc 5
10 stelle

Parafrasando in maniera forse un pò sciocca il titolo del film, io mi auguro che siano in tanti ad entrare nelle sale per vedere questo gioiello della cinematografia svedese. Prima di entrare nello specifico di una recensione che sarà più che positiva, cominciamo col tributare il giusto omaggio alla piccola neonata "Bolero Film" che, unita idealmente alla omologa "Teodora Film", rappresenta qualcosa di davvero prezioso; queste piccole Compagnie italiane nate apposta per distribuire pellicole rare e preziose attraverso cataloghi estremamente selettivi, svolgono una funzione importantissima e alla fine fanno poi una cosa fondamentale: producono cultura. Ma veniamo al nostro film. La prima cosa che balza agli occhi è l'ambientazione. Il film si svolge a Blakeborg, periferia di Stoccolma completamente immersa e circondata dalla neve, la quale riesce a conferire al paesaggio un aspetto spettrale, che comunica allo spettatore proprio un'idea di quel gelo che traspare evidente dalle immagini. Noi europei di collocazione mediterranea non siamo evidentemente abituati (salvo che -blandamente- in un paio di mesi invernali) a tutto questo costante panorama bianco che pare accecare lo sguardo e che trasmette quasi un'idea di immobilità, di lentezza nei movimenti, di infinito silenzio, di gelida solitudine riscaldata solo dal frequente consumo di bevande alcoliche. Personalmente, di fronte a tutto ciò non riesco ad evitare una percezione di disagio e di lieve malessere, e credo proprio che da un luogo simile cercherei solo di scappare appena possibile. In tale contesto, che pare generare solo monotonia e depressione (a giudicare dai personaggi adulti che popolano il film) vive il dodicenne introverso Oskar, quasi un "putto" biondo che forse non dispiacerebbe a Gus Van Sant. Egli è afflitto da complessi di inferiorità dovuti in parte alla condizione di figlio di genitori separati (vive con la madre ma si vede che è molto più a suo agio quando va a trovare il padre), ma soprattutto il suo malessere prende le mosse da una personalità che non riesce a liberare la propria determinazione alla libertà, oppresso com'è da un gruppetto di compagni di scuola che esercitano su di lui una sorta di bullismo prepotente che lo vede soggiogato ed incapace a reagire. E allora lui comincia a fantasticare e a coltivare l'immaginazione di improbabili scenari di vendetta. Questo suo disagio, unito ad una solitudine resa ancor più pesante da questo sfondo freddo e spettralmente immobile, ha oltretutto un altro risvolto inquietante nella sua passione a raccogliere in una collezione gli articoli di giornale tratti dalla cronaca nera in cui vengono riportati dettagli di crimini ed efferati delitti. Ma qualcosa sta per arrivare come una tempesta nella vita di Oskar e che ne modificherà per sempre l'esistenza. Un giorno Oskar conosce, nello spazio davanti a casa, una coetanea appena arrivata ad abitare -col padre- proprio l'appartamento accanto al suo. Si tratta di una ragazzina che si mostra da subito portatrice di aspetti misteriosi, e dunque assolutamente intrigante agli occhi di Oskar. Ecco, potremmo dire che, se il personaggio di Oskar è rappresentato in modo forse un pò "fisso" e monocorde, quello che sorprende ed inquieta è proprio la straordinaria immagine e personalità della piccola Eli. Si tratta di un personaggio cinematograficamente destinato a restare a lungo nella memoria di chi avrà la fortuna di vedere questa pellicola. Il suo viso triste (a tratti allucinato) di adolescente condannata al dolore e il suo corpo minuto e scarno, di fatto asessuato (nel film c'è un flash rivelatore su questo dettaglio), sono tutti elementi che danno come risultato un'immagine altamente disturbante. Oskar ed Eli sono interpretati da due giovani attori davvero molto bravi, anche se, come ho appena detto, è sicuramente lei a dominare lo schermo con una potenza destabilizzante notevole. Vorrei fare i nomi dei due attori ma ci rinuncio in partenza: come tutti i nomi nordici, un tripudio di consonanti li rende quasi impossibili da trascrivere, figuriamoci poi da pronunciare! Dal momento in cui i due adolescenti fanno conoscenza inizia per entrambi un percorso ("di formazione") che li vedrà impegnati in un reciproco scambio di affetti, di segreti condivisi, di sentimenti e di emozioni, facendo così di quella solitudine che tremendamente li accomuna un punto di forza. Oskar acquisirà infatti maggior consapevolezza di sè e dei propri mezzi, Eli placherà -anche se solo per un pò- la sua condanna all'infelicità eterna. Sì, perchè -scusate se ancora non l'ho spiegato, ma credo che ormai quasi tutti siano a conoscenza di questa trama- Eli è una vampira che si nutre del sangue di coloro che sceglie come vittime, non disdegnando anche quello procuratogli -attraverso altre "incursioni"- dal padre.
Il sentimento che lega i due ragazzi è qualcosa di travolgente che comunica nello spettatore un'idea infinita e coinvolgente di malinconica tenerezza. Qualcosa di distante anni luce dalla pacchianeria fotoromanzesca dei vampiri-fotomodelli di "Twilight". Ecco, rispetto al titolo appena citato, pur trattando più o meno gli stessi temi, il nostro film rappresenta un'idea di cinema esattamente agli antipodi: da una parte abbiamo dei clichè sapientemente ammiccanti verso un pubblico popolare, dall'altra abbiamo scenari e personaggi aspri, disturbanti, a tratti perfino sgradevoli, duri ed ispidi. E la struggente malinconia che ci accompagna durante la visione, che poggia anche su momenti di violenza e disperazione, esula completamente dagli stereotipi sentimental-giovanilisti che dominano nell'altra pellicola. Il film non è certo passato inosservato. Anzi è arrivato nelle nostre sale già carico di premi e riconoscimenti internazionali, tantissimi, da Toronto a Sitges, anche se la più "sbandierata" è la vittoria al Tribeca Film Festival. Da segnalare poi che la "Bolero Film" ha realizzato una distribuzione variegata, nel senso che il film è programmato sia in sale d'essai che in alcune multisale: nel multiplex dove io l'ho visto la sala era quasi piena, con mia notevole sorpresa e soddisfazione. E ho la sensazione che anche a livello d'incassi il film non sfigurerà affatto. Va detto inoltre che nel film, i due ragazzi sono circondati da tutto un "teatrino" di adulti, ma che sono destinati a restare sullo sfondo, in quanto pateticamente incapaci di capirli; e sono tutti personaggi mediocri, quasi il frutto naturale di un ambiente monotono e depresso, per lo più nullafacenti da bar con propensioni all'alcolismo. C'è un pensiero che mi suscita enorme simpatia: l'idea che questi due giovanissimi attori, soprattutto in patria ma anche altrove, si stiano godendo un momento di notorietà, come si può riscontrare dalle numerose videointerviste presenti su internet.
Voto: 10

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