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Reprise

Regia di Joachim Trier vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Reprise

di alan smithee
6 stelle

Il prezzo del successo a volte puo' costare davvero molto caro. Ad inizio film seguiamo due affiatati amici ventenni norvegesi che infilano i rispettivi manoscritti nella buca postale che li rendera' disponibili all'editore presso cui nutrono importanti speranze di successo e notorieta'. Erik e Phillip, nonostante la giovane eta' sono due ragazzi profondi e formati culturalmente, che ritengono di avere delle argomentazioni da esporre, punti di vista e tematiche che vorrebbero rendere pubblici al mondo mediante una propria forma espositiva; la loro ambizione non e' certo immotivata e senza giustificazione, ma se per Erik la corsa al successo subisce una immediata porta in faccia, un rifiuto senza mezzi termini, per l'amico invece e' l'inizio di un successo vorticoso che lo rende famoso in pochi mesi. Il suo libro lo porta in alto, cosi' lontano che la notorieta' finisce per annientarlo psicologicamente. Infatti solo sei mesi piu' tardi Erik lo ritrova in una clinica psichiatrica dopo un tentativo sventato di suicidio. Il film, condotto da una voce narrante di cui ignoriamo l'identita', incede con insistenza sui bei volti sofferti dei due protagonisti, sui loro corpi efebici e quasi indifesi, spesso scarnificati da un desiderio di annientamento che solo la delusione puo' nutrire ed incoraggiare, ed e' scandito da diversi conti alla rovescia di un Phillip che, devastato dai dubbi e dall'incertezza, non perde occasione per mettere a repentaglio quel brandello di vita che lo tiene ancora assieme ai suoi amici. Erik invece non si da' per vinto: continua a scrivere, riceve apprezzamenti da chi lo sprona a sfondare con un romanzo non ancora terminato e dal titolo ambizioso ed evanescente ("Prosopopea"); poi viene finalmente pubblicato, criticato anche impietosamente, ma nello stesso tempo portato verso un successo che, questa volta, forse non lo cogliera' impreparato come l'amico sfortunato e dolente.
Joachim Trier, che del piu' famoso Von Trier pare sia pure un lontano parente, gira un film che suggestiona talvolta come un thriller, che tiene desto lo spettatore in attesa di una svolta drammatica che non sempre (per fortuna) si materializza, ma che comunque esprime chiaramente un disagio dilagante di una gioventu' tutt'altro che vacua, ma comunque decisamente debole e incapace di reggere il peso dell'insuccesso o dell'anonimato.

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