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Gomorra

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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La recensione su Gomorra

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  Anche in questo caso, un trionfo del cinema contemporaneo, da vedere soprattutto per chi pensa che i film di oggi siano qualitativamente inferiori a quelli del passato. Un'opera di grandi qualità che, a mio parere, va considerata una creazione autonoma rispetto al libro di Saviano (che ho letto), una sorta di reinvenzione cinematografica della dura denuncia operata dallo scrittore napoletano. Un film di estrema fisicità, di scabro realismo, di costruzione complessa e sofisticata (l'approccio corale guarda sicuramente ad alcuni illustri esempi americani), tra l'altro realizzato con una cura meticolosa e costante dell'immagine e del sonoro. Evidente il richiamo alla lezione del Neorealismo, anche nella scelta e direzione degli attori non professionisti e nell'utilizzo di un dialetto campano molto stretto, ma lo stile di Garrone ha saputo trascendere le influenze di altri registi e imporre una propria cifra personale con assoluta incisività. Lo squallore delle attività dei camorristi e il perenne senso di minaccia e soffocamento ne vengono fuori in maniera pregnante, con un valore di denuncia civile non inferiore rispetto al romanzo, e un valore estetico di inedita eccellenza (è probabilmente il migliore film italiano degli ultimi venti anni). Sequenze memorabili : la strage iniziale nel solarium, la macabra esercitazione dei ragazzini che devono resistere agli spari coperti da improvvisati giubbotti antiproiettile, la presa di coscienza di Roberto (personaggio in cui è adombrato lo scrittore), l'agguato finale in cui perdono la vita i due giovani che avevano sfidato apertamente il Sistema. Interpreti tutti efficaci, dal grande teatrante Servillo alla cantante Maria Nazionale fino agli attori presi dalla strada. Non c'è un commento musicale scritto appositamente, ma brani dei cantanti neomelodici napoletani o brani strumentali tutti interni alla narrazione (Garrone è stato assistito dal "sound designer" Leslie Shatz, collaboratore di Gus Van Sant). L'impatto emotivo è devastante e il quadro che ne viene fuori è estremamente pessimista, ma, nonostante ciò, il film ha avuto un notevole successo di pubblico in Italia e buone accoglienze all'estero. Da mettere affianco a "L'enfant" dei fratelli Dardenne o al film rumeno "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" come esempio di film dal forte contenuto sociale e di denuncia che raggiunge allo stesso tempo un'eccezionale intensità cinematografica (e mi sembra che proprio su questo terreno il cinema attuale stia raccogliendo i migliori risultati).

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