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Paolo Borsellino

Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film

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La recensione su Paolo Borsellino

di mm40
6 stelle

E' importante che esistano lavori come questo, è necessario continuare a parlarne ed a diffondere le storie e le idee di persone che hanno dato la loro vita per il bene della nazione. Gente che inoltre riteneva semplicemente di fare il proprio dovere, senza sentirsi eroi, e che rifuggiva l'attenzione mediatica, del resto non sempre interessata ad esaltare figure di scarso appeal come i giudici possono essere. E' sacrosanto e sarebbe folle sostenere il contrario, come il presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi ha continuato a fare per anni, lui che al suo fianco e al suo servizio ha sempre avuto uomini di comprovato legame con la mafia, se non addirittura mafiosi dichiarati come Mangano. Il cinema civile degli anni '60-'70, quello di Rosi e Petri per intenderci (ma anche di tanti altri, Ferrara come Maselli), aveva metodi espressivi più affascinanti, ma forse questo accadeva perchè c'era in Italia un altro cinema; ora ci tocca affidare la nostra memoria alle fiction, prodotti solitamente a basso budget e di non elevati standard qualitativi. Questo lavoro di Tavarelli, a quel momento regista non ancora molto noto, pur essendo una fiction targata Mediaset ha il pregio di non eccedere nella spettacolarizzazione degli eventi (la morte di Borsellino non prevede neppure il rumore dell'esplosione, solo il suo ultimo sguardo allibito ed una nuvola di fumo che si leva dalla strada), nel lasciare il giusto spazio - e a volte forse troppo - alle parole dei protagonisti, con frequenti citazioni di discorsi effettivamente pronunciati da Borsellino e Falcone, piuttosto che puntare sull'azione o sul classico retrogusto patetico di questo tipo di prodotti. Magari si poteva evitare di mettere continuamente in bocca a Borsellino (un ottimo Tirabassi) le profezie sulla propria morte, certamente da lui evocate, ma presumibilmente non con tale frequenza assillante: dopo circa mezzora Falcone muore e da quel momento, fino alla fine del film, praticamente non manca in alcun dialogo un intervento di Borsellino che ricordi che lui sta per morire. Questo vira eccessivamente verso gli elementi negativi stereotipici della fiction che si stavano citando poco sopra. Ad ogni modo, uno scopo importantissimo ed un lavoro dignitoso. 6/10.

Sulla trama

Maggio 1992, il giudice Falcone viene fatto saltare in aria, sulla sua auto e con la scorta al suo fianco, dalla mafia. Nel pool antimafia insieme a lui c'è il collega Borsellino, che da subito intuisce di essere il prossimo bersaglio. Un pomeriggio di luglio, andando a trovare la propria madre, Borsellino trova la propria morte.

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