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Il Cavaliere Oscuro

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Il Cavaliere Oscuro

di Paul Hackett
8 stelle

Non era facile riscrivere sul grande schermo la saga di Batman: in oltre 40 anni di vita cinematografica e televisiva, l'Uomo Pipistrello è stato davvero cucinato in tutte le possibili salse, dagli spassosi (ma del tutto arbitrari) telefilm camp degli anni '60 alla loro trashissima trasposizione in lungometraggio, dalle inquietanti fiabe gotiche del grande Tim Burton ai deliri psichedelici e fracassoni di Joel Schumacher, fino alle interessantissime (e fin troppo sottovalutate) serie di cartoni animati anni '90, che mescolavano in maniera ardita e a tratti affascinante elementi di hard boiled anni '50, horror e SF. Christopher Nolan ha avuto la sfrontatezza di azzerare tutto e offrire la propria personale visione cinematografica dell'universo di Gotham, riuscendo clamorosamente a realizzare se non le migliori pellicole sull'Uomo Pipistrello ("Batman Il Ritorno" di Tim Burton resta un capolavoro inavvicinabile) sicuramente quelle più vicine alle atmosfere e allo spirito originale del fumetto (in particolar modo nella fase successiva all'avvento di Frank Miller). "Il Cavaliere Oscuro" è un film affascinante e densissimo, teso e disperato come un noir, movimentato come un action movie e pervaso da un opprimente senso di colpa e dannazione collettiva, amarissimo e a tratti impressionante nella sua denuncia della banalità (o casualità?) del male. Su tutta la vicenda si staglia il sardonico e pauroso ghigno del Joker, impersonato in maniera sconvolgente dal mai abbastanza compianto Heath Ledger (indimenticabile il suo continuo e snervante leccarsi le labbra) e giustamente interpretato non come un ilare buffone ma come la rappresentazione del Caos e dell'irrazionalità, elementi assolutamente scioccanti per una società positivista e pragmatica come quella americana. Il Joker di Nolan e Ledger impressiona proprio perché non è un criminale in senso stretto (i soldi non gl'interessano più di tanto, anzi li brucia in una sorta di ideale falò delle vanità del mito americano del benessere e dell'autorealizzazione): in realtà si tratta di un terrorista, nell'accezione vera e propria del termine del destabilizzare la società incutendo terrore nella gente, nel cui ghigno mostruoso si agitano i fantasmi che turbano il sonno degli americani dall'11 Settembre del 2001. Un terrorista imprevedibile e apparentemente invincibile, sul quale nulla possono le percosse e la tortura (mentre Batman lo riempie di mazzate nel corso di un interrogatorio in stile Abu Ghraib lui se la ridacchia, masochista e divertito) e che può essere (forse) sconfitto solo con una scelta morale dell'intera società: decidendo di superare le proprie paure inconsce, i propri egoismi e fare fronte comune contro il Male (dal quale peraltro nemmeno i "buoni" sono immuni, come emblematicamente rappresentato dalla drammatica parabola del procuratore Harvey Dent). E' Heath Ledger e il suo Joker il vero protagonista di questo film e inevitabilmente la sua carismatica ed impressionante interpretazione tende ad eclissare il resto del cast, a cominciare da un deludente Christian Bale che, dopo la buona prova di "Batman Begins", si lascia sistematicamente rubare la scena da chiunque, per continuare con i non trascendentali Aaron Eckart e Maggie Gyllenhaal. Per fortuna il resto del cast è valido, potendo contare sul grande mestiere di vecchi marpioni come Morgan Freeman, Michael Caine, Gary Oldman ed Eric Roberts. In definitiva "Il cavaliere Oscuro" è un'opera complessa, potente e affascinante, sicuramente non priva di difetti (la prima parte è a sprazzi lentissima e perfino un po' noiosa, i dialoghi spesso non convincono del tutto, la durata fin troppo impegnativa), ma nell'insieme davvero un film da non lasciarsi sfuggire: voto positivo.

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