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Il Cavaliere Oscuro

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Il Cavaliere Oscuro

di scandoniano
10 stelle

Batman e Christopher Nolan, atto secondo. Dopo aver raccontato gli inizi della carriera da supereroe, il regista di “Memento” ed “Insomnia” raggiunge i predecessori Burton e Schumacher e gira il suo secondo capitolo dedicato all’uomo-pipistrello. Ne “Il cavaliere oscuro”, il taglio dato da Nolan (sceneggiatore insieme al fratello come ai vecchi tempi) valorizza principalmente la figura di Jocker, antagonista, ma, di fatto, protagonista occulto del film. La morte di Heath Ledger (che interpreta proprio Jocker) pochi mesi dopo la fine delle riprese, è sicuramente un argomento interessante, che ha dato ulteriore linfa agli spettatori incerti di fronte ai botteghini del cinema. Se con “I segreti di Brokebach mountain” il Nostro si era rivelato, qui, nel ruolo del cinico pagliaccio sfregiato, emblema della lucida follia terroristica, Ledger si è superato. E non è una postuma riconoscenza buonista: se è vero che Ledger ha in parte scimmiottato il Nicholson dell’originario “Batman” di Burton (complice anche il doppiaggio di Adriano Giannini, figlio del Giancarlo che prestò la voce a Nicholson), è altrettanto vero che egli ha saputo donare a Jocker una personalità forse maggiore e più intensa del vecchio Jack. A tratti è terrificante, più del pagliaccio di “It”, più di tutti gli altri antagonisti cattivi che si siano mai visti al cinema.
Venendo al film, questo si apre “in medias res”, con lo spettatore che si ritrova nel bel mezzo della geniale rapina ordita da Jocker, inizio sfolgorante della sua scalata ai vertici della malavita di Gotham city. E la tensione delle prime scene si perpetuerà fino ai titoli di coda, per un film di grandissima fattura e superba intensità. La sostituzione della Holmes con la Gyllenhall nel ruolo di Rachel fa perdere in bellezza, ma fa guadagnare in bravura.
Le panoramiche aeree di Nolan, le trovate del pagliaccio, l’interpretazione magistrale di Eckart, Freeman e Caine, ma anche la solita fotografia spettacolare sono corollari fondamentali per definire questo film un vero capolavoro.

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