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Quantum of Solace

Regia di Marc Forster vedi scheda film

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La recensione su Quantum of Solace

di Raffaele92
8 stelle

Il film inizia (nel prologo antecedente i titoli) con un inseguimento folgorante, all’insegna dell’azione più sfrenata; dopo i titoli di testa (gustosamente in stile anni ‘70), il film prosegue con un altro inseguimento che parte da un’arena.

Questo è lo 007 più corto della serie (appena 1:46h), e in tale circoscritta durata l’azione si srotola costante e incessante. Perché in questo capitolo ciò che conta più di tutto sono (appunto) l’azione e (ancora una volta) la forma, quella di un Daniel Craig che (forse addirittura più che in “Casino Royale”) si afferma un James Bond duro e rude, ma non privo del fascino che il personaggio richiede come da tradizione.

La trama spionistica è solo il pretesto per mettere in mostra un inseguimento dietro l’altro (non mi si fraintenda, non sto affatto parlando di carenze: questo ventiduesimo capitolo possiede tutto quello che la saga richiede), ognuno magistrale e perfetto, indice di una notevole abilità nell’orchestrazione del ritmo.

Il film non si sofferma troppo sulla psicologia dei personaggi, anche se il “nuovo” Bond conserva ancora lo spessore caratteriale ostentato nel precedente 007 (del quale questo è un diretto sequel). “Quantum of Solace” invece gioca di citazionismo (la donna che muore perché ricoperta di petrolio cita, ça va sans dire, quel capolavoro che fu “Goldfinger”) ed è trascinante e divertente.

Ottimo poi Mathieu Amalric, che dà vita ad un antagonista viscido e meschino, al quale sarà riservata una morte “stupenda” e geniale.

Un’opera in grado di tenere ben in alto il nome della serie, che ad alcuni ha però fatto storcere il naso poiché il pedale sull’action è talmente spinto che a volte pare di trovarsi più vicini a “Die Hard” che non a un film di James Bond.

Per il sottoscritto, invece, trattasi di una deviazione felicissima.

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