Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Curioso questo film di Melville, perché l'argomento è poco praticato dal cinema e dal regista. Anche il commento esterno di Jean Cocteau è inusuale e particolare. Comunque è un film riuscito e interessante.
Il regista di diversi memorabili polar qui cerca di mettere a fuoco il distorto rapporto tra i due protagonisti, tra loro fratello e sorella. Tra i due, infatti, vi è un latente e strisciante legame incestuoso. Non a livello fisico, ma poco importa. Forse, come si chiarisce lentamente, il sentimento viene più da parte della sorella, anche pure lui fornisce più di qualche collaborazione. Un elemento interessante è che il esso è, come spesso accade nella realtà, praticamente inconsapevole. Consapevoli sono i singoli moti interiori, le gelosie, i desideri, ma non la loro causa originaria e il criterio che li accomuna. Melville è molto abile nel descrivere l'incesto con lievi e costanti accenni, allusioni, dettagli, che pure tutti insieme forniscono un chiaro quadro della situazione.
Tuttavia è la loro famiglia intera che è storta e marcia all'interno: il padre, morto anni addietro, beveva e picchiava la moglie; quest'ultima, donna dall'aspetto un po' sinistro, ad un certo punto muore dopo lunga malattia e abbandona con ciò i due figli a se stessi e al loro perverso legame.
Oltre ai sentimenti dei due, anche gli eventi esterni sembrano cospirare alla loro perversione, e come a proteggerla. La voce di Coteau parla di "fatalità diabolica". Chi tenta di dividerli muore o viene allontanato volontariamente con inganni raccapriccianti. La radice malata e malefica sembra trovarsi dentro di lei: la gelosia diviene un sentimento assassino e privo di scrupoli, che preferisce l'omicidio e il suicidio pur di non perdere l'oggetto della bramosia.
Il film dipinge a poco a poco questo quadro angosciante e a tratti sgradevole: cerca di dare una coesione interna al problema che affligge i due e a presentarlo come parte di un tutto che è partito male e va avanti peggio. E poi il male avrebbe forse, come si dceva, un'origine diabolica. Non ho capito, tuttavia, l'episodio iniziale del ragazzo ribelle che colpisce lui al petto con la palla di neve, provocandogli uno choc. E' evidente che esso ha una valenza anche simbolica, visto anche che viene ripreso nel finale. A proposito, quest'ultimo, tra i sogni di lei e l'allucinazione di lui, è molto suggestivo e ben fatto.
Non un film allegro e piacevole, ma interessante e intrigante.
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