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Star Trek - Il futuro ha inizio

Regia di J.J. Abrams vedi scheda film

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La recensione su Star Trek - Il futuro ha inizio

di arkin
7 stelle

J.J.Abrams si confronta con una delle saghe di fantascienza(e non) più amate di tutti i tempi, che ha dato vita a numerosissimi sequel(e parliamo anche di quelli televisivi, compresa la T.N.G.,creata quando ancora Roddenberry era in vita), convention, fan club...citata e ricitata innumerevoli volte, e con personaggi praticamente già passati alla storia e al mito(Soprattutto Spock, che creò pure  un interessante fenomeno di protesta di massa-forse uno dei primi- quando, morto in uno dei capitoli, costrinse sceneggiatori e creatori a fare acrobazie per riportarlo in vita). 

Quello che si nota immediatamente nel film di Abrams, forse uno dei migliori remake fatti negli ultimi anni, è che il regista conosce bene l'argomento. E non solo: che lo ama. La sua riscrittura, attenta e molto intelligente, riflette in pieno lo spirito dell'originale creato dal genio di Gene Roddenberry, ma invece di limitarsi ad un mero esercizio di "rispolveratura" o ad una piatta rilettura diligente, Abrams assimila la serie ed i suoi personaggi, la fa propria intimamente, ed è questo, in definitiva, a fare davvero la differenza: il trio McCoy-Kirk-Spock rivive nei suoi battibecchi salaci, amichevoli ma a volte anche violenti(un esempio è quando Kirk porta Spock a picchiarlo per liberarlo dalle spore "dell'emotività" in uno degli episodi classici) con la stessa leggerezza a cui ci aveva abituati la prima serie, senza forzature ma con l'identico spirito ironico/intelligente; l'attrazione tenera di Uhura per Spock, accennata in numerosi episodi, arriva ad un altro livello; i giochi, le punzecchiature, le riflessioni filosofico/scientifiche, le scazzottate; il carattere ribelle di Kirk...escono direttamente dalla saga di Roddenberry, ma non vengono "copiati"...respirano e vivono. 

Abrams ci porta in quello che è il vero significato del termine remake: una rilettura che mantenendo intatto lo spirito, lo riadatta ad altri tempi, e soprattutto coglie il "lato eterno" della cosa che sta modificando e rifacendo: coglie l'essenza, e da essa parte a ricostruire. Così Star Trek si inserisce in quella rara serie di opere che possono essere guardate con lo spirito del fan(ed io lo sono), ma anche amate da generazioni che non hanno mai visto l'originale, e non sono in nessun modo obbligate a fare confronti. Lo spirito è colto, persino la rielaborazione delle parti/dei ruoli(ci troviamo in una realtà parallela,perché il tempo ha preso un'altra direzione...in perfetto stile Star Trek) ha un senso intimamente connesso con la saga di Roddenberry. Ed i personaggi tornano a vivere colti nella grandezza del loro essere eterni, ma anche umanamente rivisti con cura e coerenza: così Checov/Anton Yelchin(in lingua originale incredibile) ci fa ridere col suo modo di parlare stentato ed i suoi modi da genio nerd;Sulu mostra il suo lato battagliero e forte nella sequenza della piattaforma(che rimanda all'episodio in cui-ubriacato da un virus- cominciava a menare fendenti con la spada per la nave...), Scotty-Pegg è il geniale ma trasandato ingeniere che preferisce bere e star solo che rispettare le catene di comando ciecamente(anche se saprebbe riparti il motore a curvatura con lo scotch); Uhura gira-sensuale ma forte- per la nave, in un mondo con poche donne sul ponte di comando; e Bones/McCoy brontola con tutti quelli che incontra, salvo poi mostrare il suo lato umano non appena se ne presenta l'occasione. 

Inutile dire che la scelta dei personaggi più rilevanti(e amati), Kirk e Spock, era fondamentale. Ed ancora una volta, Abrams compie quella migliore: Chris Pine non ha mai avuto un ruolo tanto adatto alla sua "faccia da schiaffi" ed ai suoi modi ironici e sornioni: il perfetto Kirk, che salta dai ponti senza pensare e non tollera chi cerca di controllarlo, che ci prova con qualunque donna incontri, ma è anche capace di coraggio, ironia, ed istanti di intuizione. Mentre l'affascinante Zachary Quinto, conosciuto soprattutto dai fan del telefilm "Heroes" per averne intepretato il personaggio più ambiguo ed interessante, Sylar, è ancora più eccezionale di Pine: con una recitazione fatta di piccolissimi gesti, sguardi, e movimenti del volto(incredibile la sua mimica quando Bones dice "il bastardo con le orecchie a punta" poco prima che Spock passi, e vediamo la sua aria accigliata in ascensore), crea uno Spock credibile e straordinario quanto quello di Nimoy: umano e non umano, affascinante, fragile e forte al tempo stesso. 

Per un fan della saga, un'immensa gioia per occhi e mente(e le citazioni, come le rielaborazioni intelligenti presenti nel film sarebbero tantissime, ne ho solo riportate alcune); per i non-fan un ottimo film di fantascienza, con una storia strutturata, appassionante, coerente, attraversata da personaggi che non dimenticano il loro lato umano. 

Ottimo.

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