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30 giorni di buio

Regia di David Slade vedi scheda film

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La recensione su 30 giorni di buio

di ROTOTOM
6 stelle

Barrow, ultimo avamposto nordico nello stato dell’Alaska, ogni anno viene avvolta da un mese di buio, il sole non sorge e le tempeste di neve si succedono con cadenza quasi quotidiana. Se non fosse che la quotidianità nel mancato alternarsi di giorno e notte perde qualsiasi significato. Barrow diventa un non luogo isolato da tutto. Ambientazione ideale per un gruppo di non morti, vampiri Dandy e zannuti, comunicanti tra loro con uno strano idioma schioccante e gutturale che vedono in quel freezer naturale la loro personale scorta di carne e sangue freschi.
A difendere il tutto uno sceriffo giovane giovane dalla faccia ammiccante di Josh Hartnett e Stella, una consulente alla sicurezza dei Vigili del Fuoco.
L’ennesima variazione sul tema Vampiri è efficace soprattutto nella prima parte del film, in cui le fugaci apparizioni dei mostri sullo sfondo grigiastro delle nevi perenni sono alternate alle indagini dello sceriffo che ancora non si rende conto di trovarsi di fronte ad un problema soprannaturale. Prima parte che serve anche da approfondimento dei caratteri dei personaggi, fin qui ben delineati. Il sangue comincia a scorrere e la ripresa aerea di Barrow completamente bianca chiazzata di rosso e punteggiata di corpi senza vita sembra presagire una seconda parte all’altezza. Invece, come sempre succede in questo genere di prodotti, benché ben confezionati, tutto l’impianto scenico e la suspance si sgonfiano nel momento in cui viene svelato il mostro in tutte le sue dannate fattezze, da horror la storia si tramuta in western polare lasciando per strada idee e possibili occasioni, sistematicamente sprecate. Soprattutto il tema dell’assedio, che molto riprende da Matheson (già sullo schermo con I am Legend in questi tempi), che non risulta gestito in maniera sufficientemente credibile sia dal punto narrativo, sia di interazione di personaggi che da punto meramente visivo. Trenta giorni nascosti al freddo, con poco cibo e al buio devasterebbero chiunque, cosa che non accade agli assediati che sostanzialmente rimangono tali e quali, senza nessun conflitto, imberbi e puliti per tutto il mese sabbatico. Ed è indicativo di scarso manico in regia che l’interruzione della sospensione della incredulità avvenga per motivi meramente “igienico sanitari” o quanto meno riconducibili ad una esperienza di privazione dalle conseguenze facilmente immaginabili. Il regista viene dai videoclip e la cosa si fa sentire nella gestione delle scene d'azione, sincopate e frammentate, in cui i non morti si dimostrano più che anemici figli della notte, degli acrobati balzellosi vestiti alla moda, rimbalzanti e agili come l'iconografia recente del mostro deve essere per colmare tempi morti e attese sempre poco gradite al pubblico dei multiplex. Scene forti e mediamente splatter accolgono con un ultimo colpo di coda il finale un po’ tirato via, con un paio di sonore incongruenze e una voglia di chiudere per sopravvenuta mancanza di idee una storia che con i mezzi a disposizione e la pazienza necessaria per rattoppare una sceneggiatura claudicante sarebbe stata sicuramente memorabile. Rimane invece un prodotto medio, forte di un’idea originale, con un paio di scene azzeccate ( oltre alla già citata scena dall’alto, una bambina vampira e una decapitazione a vista) ma che scansa qualsiasi elemento veramente disturbante con l’eleganza ladresca del rappresentante che ti ha appena venduto un pacco e se ne va salutandoti: commercio si chiama e questo è un prodotto senz’anima. Un film vampiro succhiasoldi, un non morto che risorgerà presto in dvd e poi in seconda serata su un qualche canale televisivo. Un meta film, fa anche freddo……

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