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Prospettive di un delitto

Regia di Pete Travis vedi scheda film

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La recensione su Prospettive di un delitto

di bradipo68
6 stelle

Un Rashomon trasportato dopo l'11 settembre con annessa sindrome post kennedyana.Credo che poche volte sia utile dividere il contenuto dalla forma parlando di un film:qui credo che sia necessario paralre in modo circostanziato di entrambi.Questo è un film figlio delle paranoie post 11 settembre,figlio della sindrome post kennedyana,un film tecnicamente ardito con un montaggio asfissiante che è il vero asse portante del film ,formalmente è un piccolo gioiellino.Però non è tutto oro quello che luccica.Rivedere l'attentato da otto prospettive diverse può arrivare a essere sfiancante ma qui si aggirano le trappole della noia aggiungendo sempre nuovi particolari.L'agente Barnes(un abbrutito Dennis Quaid) attraverso le telecamere,fisse o portatili,continua a vedere cose che noi spettatori non vediamo e per questo l'interesse cresce,con una suspense che letterlamente attanaglia.Poi nel finale si sconfina nell'usuale action hollywoodiano con tanto di retorica filo americana annessa,m credo che sia un prezzo necessario da pagare.Però----però ci sono vari però che ridimensionano l'operazione e cercherò di elencarli:dopo l'11 settembre abbiamo mai visto un presidente USA parlare in una piazza pubblica in uno Stato estero?Abbiamo mai visto un lassismo così preoccupante nelle misure di sicurezza?E'davvero così facile entrare nella piaza del comizio con una borsa contenente una bomba?Ma davvero il centro operativo che fa da sala di controllo può essere così sguarnito?ma anche se si usassero i sosia perchè proteggere il vero presidente con soli 6 (leggansi 6,3 fuori della porta e 3 con lui)agenti?Ed è davvero così facile entrare nell'albergo adiacente la piazza facendolo divenire addirittra teatro di un attentato dinamitardo ad opera di un kamikaze?O infiltrarsi nella scorta del presidente?Sono tutti interrogativi senza risposta che ridimensionano l'operazione:forma molto accattivante,contenuto che è figlio dei nostri tempi di paranoia da terrorismo,eppure forzature così evidenti su cui non è possibile soprassedere.Da notare un cast multietnico di notevole spessore in un film che non fa uso di protagonisti o antagonisti,sono tutti boni o cattivi,tutti meccanismi di un ingranaggio ben oliato.Ecco,un film in cui il meccanismo conta più di chi lo recita.E non è un caso che in un gioco di fast forward e rewind il montaggio sia la cosa più importante....

Su Richard T. Jones

insomma

Su Leonardo Nam

ok

Su Edgar Ramirez

particina

Su Said Taghmaoui

funziona nel ruolo

Su William Hurt

nel ruolo del presidente,istituzionale

Su Zoë Saldana

sullo sfondo

Su Dennis Quaid

l'agente barnes,ultimo eroe americano

Su Sigourney Weaver

la regista tv cinica e filopresidenziale

Su Forest Whitaker

il turista con senso civico e coraggio spropositati

Su Matthew Fox

abbastanza efficace

Su Pete Travis

il film si regge sul cast di spessore e sul montaggio asfisiante.Lui dirige il traffico

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