Espandi menu
cerca
Sweeney Todd. Il diabolico barbiere di Fleet Street

Regia di Tim Burton vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Mr.Klein

Mr.Klein

Iscritto dal 12 aprile 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 10
  • Post -
  • Recensioni 119
  • Playlist 5
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sweeney Todd. Il diabolico barbiere di Fleet Street

di Mr.Klein
6 stelle

Un giorno forse riusciremo a capire perché ci risulta impossibile detestare Tim Burton anche quando ci fa uno scherzo come Sweeney Todd:uno scherzo perfetto,di immaginazione suprema in cui,però,più che le musiche sentiamo il rumore del gessetto sulla lavagna.
Che Burton non amasse il musical lo sapevamo per sua stessa ammissione,soprattutto quando non tenta nemmeno di nascondere pretese operistiche non proprio centrate,ma nei momenti in cui la musica domina la scena la voluta ambiguità dell’adesione al testo appare così evidente da lasciare il dubbio che Burton abbia sforbiciato l’originaria partitura più per un’intenzione di sbeffeggiare il genere che non per effettive necessità di economia narrativa.
Il musical è musical e non un insieme di parentesi musicali,e il coro di voci si perde nella alture di una cattedrale profana,affascinante se ricondotta allo stile passionale anche nelle sua lugubre espressione che è la cifra di Burton.
Gli mancava,se non sbaglio,la Londra vittoriana,talmente affondata nei grumi di sangue da far sembrare quella dickensiana un rifugio sicuro,e l’apporto scenografico di Ferretti la rende al meglio,ma per la prima volta si ha veramente la sensazione che più che l’ispirazione l’abbia fatta da padrone un consumato mestiere suscettibile di manierismo,di tuonante fantasia ma pur sempre manierismo.
Insomma,bisogna scegliere quale film vedere,quale aspetto del film privilegiare,perché se si affronta la visione conoscendo perfettamente l’opera di Sondheim e quindi aspettando di vederne la trasposizione fedele,per restarne inevitabilmente delusi,o coglierne il ribaltamento in modo da apprezzare un film pienamente riconoscibile come burtoniano in ogni suo aspetto,anche troppo.
Ritorna anche il tema caro all’autore(che,si noti,fa un cinema assolutamente personale senza scrivere una sola riga di sceneggiatura) non del mostro che cova all’interno del personaggio di turno ma di quello che è stato costretto a diventare dalla malvagità della società,e che ha sviluppato la sua vendetta nel proprio esilio morale e fisico,tema che ci riporta a quell’Edward Mani di Forbice che è da sempre il più alto risultato della coppia Depp-Burton e di Burton in assoluto,ma di cui non ha la grazia ferita;piuttosto,il pericolo di sterilità barocca che affliggeva una grande occasione persa come Sleepy Hollow.
Non si può dire nemmeno che sia un vero horror perché Burton non ha alcuna intenzione di spaventarci,troppo accentuato e divertito il ritmo con cui si susseguono i delitti,troppo chiaramente spettacoloso quel rosso zampillante dalle gole dei malcapitati:non c’è bisogno di suscitate disgusto negli spettatori:i mostri più temibili sono i borghesi ripuliti;e,se proprio dovessimo scegliere la sequenza più spaventosa,sarebbe sicuramente quella dell’assalto delle pazze di Bedlam ai danni del direttore del manicomio,una brevissima sequenza che sembra tratta da un film di zombie;oppure,l’allucinante serie di delitti all’interno del forno in cui la deliziosa Mrs.Lovett disseziona i corpi che comporranno la ricetta segreta dei suoi immangiabili pasticci di carne,per restarne vittima anche lei:infatti,la scena in cui finisce arrosto,e lo sguardi luciferino di Depp,sono davvero da ricordare.
Come sempre, Burton dimostra una particolare felicità di scelta per il cast di contorno,non solo con le partecipazioni di Spall e Rickman che sono due vere gemme,ma soprattutto con quelle dei due giovanissimi innamorati che fanno in tempo ad essere ignari e a vivere il loro amore in maniera pulita,che conferma l’attenzione del regista per i temi dell’adolescenza e della prima giovinezza in cui tutti gli slanci emotivi,e i relativi successi,sono possibili.
A loro si aggiunga il bellissimo personaggio di Ed Sanders,un Oliver Twist già abbastanza fustigato per avere le antenne in grado di fare da spia al male incombente.
In un finale un po’ troppo concitato,Burton tenta di far convivere l’uno accanto all’altro i temi del regolamento di conti,dell’amore non corrisposto che pretende una menzogna,della verità tenuta nascosta fino a richiedere una doppia vendetta,della nemesi che non risparmia nemmeno il protagonista che chiude la vicenda su note tristissime:un po’ troppo anche per lui,interessato a tirare frettolosamente il sipario quando ormai non c’è motivo di suggerirci che tipo di vita ci può essere dopo tutta questa tragedia;e,per la prima volta,al termine della proiezione sentiamo di non sentirci affezionati a nessuno dei personaggi in particolare,tutti già un po’ conosciuti nella galleria dei timidi vendicatori burtoniani.
Ora che anche questa fatica è stata superata,non sarebbe male se Depp e Burton si dedicassero ad altro:ormai sappiamo bene che questi due simpaticoni con le lame ci sanno fare.

Su Ed Sanders

Splendido personaggio di vivida commozione e di profonda scaltrezza che riesce destreggiarsi nel buio delle infelicità altrui e riesce a soffiare sulle ceneri che non bastano ad offuscargli la vista. L’intelligenza di un’anima innocente incarnata da un volto decisamente simpatico.

Su Jayne Wisener

C’è sempre in Burton una lucente immagine di silfide che va protetta dalla brutture della fame altrui,e questa creaturina al primo film,che un po’ ricorda la Lohman di Big Fish,possiede una delicatezza che cerca di infrangere il vetro delle censure vittoriane. Vestita da maschietta,poi,è davvero irresistibile.

Su Laura Michelle Kelly

Un personaggio abbastanza ingrato,di cui presto riusciamo a intuire l’importanza,di cui questa attrice rende,quasi per paradosso,l’armonia della tragedia e della consumazione sentimentale.

Su Jamie Campbell Bower

Scelta notevole per questo timido principe acerbo che sa di avventure marine,un volto pulito al quale Burton concede molte delle sue simpatie.

Su Sacha Baron Cohen

Pare difficile considerarlo capace di andare oltre la parodia,e anche qui si limita a fare ciò che sa fare meglio:essere vistosamente e furbescamente antipatico.

Su Timothy Spall

A dir poco inquietante e meritevole di un premio per aver lasciato alla memoria questo gnomo sanguinoso,un ridicolo killer che si illude di poter esistere oltre la propria tana.

Su Alan Rickman

Un altro attore al quale gli anni stanno donando una cupa riflessività,qualità opportunamente sfruttata per il suo orrido personaggio.

Su Helena Bonham Carter

Spettrale come poche volte è stata,ma più sincera,più morbida di quanto non si potrebbe essere alle prese con il memorabile personaggio di Mrs.Lovett,è un’eccentrica personificazione di uno spirito materno non chiarito e che sa che non c’è mai stato davvero tempo per la purezza.

Su Johnny Depp

Un infallibile tramite per gli umiliati e offesi,forse un grande attore in senso stretto,ma il più autorevole esponente di quel tipo perduto d’attore che un tempo si chiamavano underplayers.

Su Tim Burton

La sua fantasia per adulti non conosce il dissesto,ma forse è meglio che la sua suprema bravura non incontri mai i limiti e le stonature dell’autocompiacimento.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati