La recensione su Cloverfield

di champagne1

4 stelle

Siamo a Manhattan in occasione della festa organizzata da Jason e Lily per il saluto a Rob (fratello di Jason), in procinto di partire per un lavoro in Giappone, con "Hud", il miglior amico di Rob, incaricato di effettuare le riprese dei saluti, improvvisamente il palazzo viene scosso dalle fondamenta, mentre un feroce suono bestiale risuona all'esterno. Parte della città rimane al buio e ne segue una forte esplosione, costringendo i giovani ad uscire all'esterno ove vedono la testa della Statua della Libertà crollata in strada di fronte ad essi. Intanto Hud continua a filmare, fedele al compito di quella fatale serata, e va così a riprendere quella che sembra apparentemente una gigantesca creatura che compare ad un tratto a metà tra due palazzi, facendone crollare uno...

Siamo in un disaster-movie, genere quasi "epico", ma modernizzato e rinvigorito tramite una serie di espedienti, il primo dei quali è la intera ripresa del film (che viene presentato come un "documento" ritrovato postumo) con videocamera a mano. Certo, ne risulta una visione meno tecnicamente definita, con le riprese eseguite per esempio in corsa che procurano nausea fisica allo spettatore (per quell'ondeggiare continuo e a volte incongruo dello schermo che chiunque sia aduso alle riprese "domestiche" conosce bene), ma che serve molto a dare realismo alla rappresentazione. Poi però il plot è uno dei più classici, con tanto di sequenze/citazioni da Godzilla a Alien: forse la delusione finale è doppia, proprio perchè - partito in maniera suggestivamente oscura (in modo da lasciare molto spazio alla immaginazione) - alla fine ci si ritrova dentro schemi fin troppo utilizzati...

Qualcuno ha parlato di piccolo capolavoro, ma io non ne sono per niente convinto, a partire dalla stessa idea-base delle modalità di ripresa, che riutilizza lo stesso espediente di "The Blair Witch Project".