Regia di Antonello Grimaldi vedi scheda film
Saremo noi ad insegnare i sentimenti ai nostri figli, o saranno loro a ritrovarli, dopo che noi, la nostra generazione, avremo tentato di disfarcene in una qualunque discarica abusiva, per troppo timore di essere ancora vivi? E' il caos, quello primordiale nel quale pianeti, comete ed asteroidi si scontrano senza nessun ordine apaprente, a determinare ancora le nostre esistenze, il nostro futuro, o la freddezza della lucidità? Qualunque sia la risposta, inutile chiedersi chi vince e chi perde. E nemmeno perché
Pietro ha un fratello estroso ed imprevedibile quanto lui è preciso e catalogatore, lo si capisce da come giocano a racchettoni. Ma sanno nuotare tutti e due molto bene. Così, sulla spiaggia del Circeo, quando si accorgono che due donne sono in difficoltà nelle onde del mare mosso, non esitano a tuffarsi, nonostante un imbecille a riva cerchi di fermarli. Ma mentre Pietro, in un eccesso di metafora, salva una sconosciuta (Isabella Ferrari) dal naufragio, la moglie, a casa, muore per un banale incidente domestico sotto gli occhi della figlioletta. Questo fatto enorme ed improvviso conduce tutto il mondo di Pietro sul filo di un equilibrio precario ed instabile, nel quale va tenuta con forza e delicatezza la piccola figlia (una decina d'annio di età). Ma come, dove, e tenendo quali punti fermi? L'unica cosa certa, ancora solida, visibile e con orari precisi, è, fisicamente, l'edificio scolastico della piccola. E Pietro, dopo aver accompagnato la figlia a scuola, lì si ferma. Mentre tuttoil resto del mondo, a cominciare dal network dove Pietro ha altissimi incarichi di responsabilità, non sa cosa fare né dove andare nè cosa sta dicendo davvero. Così tutti, necessariamente, devono tornare a quell'unico luogo certo, circoscritto dagli alberi, la piccola strada, il ciosco del bar, la scuola. Che diviene centro di passaggi, incontri, rivelazioni. Tutto, tranne l'epifania del dolore. Che anche quella, sia, nonostante tutto, ancora in mano agli innocenti?
Buona. Senza strafare nel finale
Bellissima. No, non solo fisicamente, come pure il personaggio di Moretti deve ammettere: sembra incarnare lo Spirito di una coscienza persa, che ti sfiora, ti sorride, ma tu non hai il coraggio di fermare. Non a caso, conduce un cane San Bernardo...
E' sempre il solito genietto saltellante ma addolorato. Ottima interpretazione
La natura le ha dato degli occhi stupendi, una gran bella voce teatrale, un viso espressivo incorniciato da capelli che da soli fanno un'espressione. Non è colpa sua, se tutto questo lo sa usare molto bene, non è colpa sua se sa recitare e muoversi sulla scena: se potessi, le regalerei una bella mattonella con su scritto "Invidia crepa"
Il suo è un ruolo secondario, ma strombazzato per l'unica scena di sesso del film, come se tutta la storia fossefinalizzata a quello, e non lo è. Ma pure in quetso personaggio che appare all'inizio e in finale, sa essere giustamente legnosa e passionale, severa e stupefatta.
Tra i migliori. Perfetto nel ruolo, magnifico nelle battute, mai banale, mai "stupido", di un'umanità traboccante. Rassicuratelo: se sa fare queste cose, non è perché si chiama Gassman che lo fanno recitare
Anche lui, come Gassman, perfetto nel personaggio. Eccezionale nel rendere gli stati d'animo con pochi sguardi e poche parole. Qui rinuncia alle sue folgoranti battute, ma non alle zampate decisive per suggellare una scena, un'emozione
Bravo, e bravo con lui chi ha curato la fotografia. Molte inquadrature sono magistrali, perfette in sé e in funzione del racconto. Anche la conduzione è attenta, con appena qualche approssimazione nella cronologia logica degli accadimenti.
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