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Io sono leggenda

Regia di Francis Lawrence vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Io sono leggenda

di SredniVashtar
7 stelle

Ben strutturato, ma privo del significato che Matheson aveva inteso trasmettere col suo romanzo.

Si può recensire Io sono leggenda prendendolo talis qualis o confrontandolo con il libro di Matheson e con le due pellicole precedenti ispirate al romanzo. Preferisco la seconda strada, perché offre più spunti di riflessione.

 

Il libro è noioso, anche molto, ma parla metaforicamente di un concetto importante e attuale: lo spiazzamento dell’individuo in una società che è cambiata e che non lo accetta più per quello che è e per i valori di cui è portatore. È, in termini generali, il problema esistenziale di ogni vecchia generazione soppiantata dalla nuova. Robert Neville (nel libro) incarna la Persona Normale, cresciuta secondo un’etica standard in una società che la riconosceva e che ella riconosceva a propria volta. Tutto questo viene cancellato dal virus, e Neville si trova a essere probabilmente l’ultimo uomo sulla Terra. Gli altri sopravvissuti, che uomini non sono più, possiedono istanze diverse e incompatibili con le sue, sicché egli, senza “spostarsi” dal suo naturale modo di essere, è diventato – per costoro - deviante. La condizione di Neville rappresenta uno shock esistenziale, aggravato dal paradosso di renderlo colpevole quando secondo i propri parametri non ha fatto nulla di male. Matheson ha il grande merito – che supera una scrittura, come dicevo, noiosa – di porre il Problema Etico nei suoi termini più estremi e drammatici: Neville deve morire, e da innocente, perché il mondo non è più per lui (da cui il titolo del romanzo).

 

Le tre versioni cinematografiche interpretano il libro in modi assai diversi. Il lavoro del 1964 (L’ultimo uomo della Terra, con Vincent Price) ha una trama rispettosa del romanzo e conserva intatto il messaggio originale di Matheson, mentre Occhi bianchi sul pianeta Terra (1971) propone una tesi a lieto fine: Charlton Heston, pur sacrificando la propria vita, “ristabilisce l’ordine naturale” delle ragioni e dei torti, mantenendo invariata la percezione dello spettatore rispetto a ciò che è giusto. In tal senso, Occhi bianchi… perde completamente la potenza del messaggio mathesoniano, sostituendolo con uno banale, da Restaurazione in piena regola. Lo stesso accade in Io sono leggenda, che presenta uno scontro tra Buono e Cattivi dove il primo uscirà vincitore morale (e qui la frase di chiusura, appunto “Io sono leggenda”, ha una valenza completamente distorta rispetto alla sua interpretazione originale).

 

Il film con Will Smith è ovviamente molto più moderno dei predecessori, ognuno dei quali è tipico della propria epoca. E' certamente valido nella sceneggiatura, mirante a “fare colpo” (ci riesce) sullo spettatore. Ma rispetto agli altri manca di un vero messaggio – condivisibile o meno - che invece era lo scopo del romanzo. Una distonia nel lavoro di Francis Lawrence sta nell'aver reso gli infetti come degli zombie/vampiri (secondo la moda di quegli anni), privi di parola e di raziocinio, pure belve istintive con cui è impossibile alcun dialogo. Ciò rappresenta una limitazione gratuita alla trama, dove invece nelle opere precedenti e nel romanzo il confronto tra "ragioni" e modi di essere è il filo conduttore dell'intera vicenda. Smith/Neville è davvero solo: Price, Heston e il Neville di Matheson no. Io sono leggenda sarebbe quindi il meno titolato dei tre a portare lo stesso nome del libro.

Nel complesso, un film godibile in sé, ma privo di spessore.

 

 

Curiosità: nel romanzo, Robert Neville è afroamericano, come Smith. Né Vincent Price né Charlston Heston lo erano (e se lo erano, lo nascondevano benissimo). 

Altra curiosità: ho descritto il romanzo molto brevemente, tralasciando un particolare non ripreso in alcuno dei film: i devianti/infettati non sono tutti uguali, ma appartengono invece a due categorie molto diverse (per capacità intellettive e spessore morale) in lotta tra loro, di cui solo la più evoluta è destinata a sopravvivere.

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