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Be Kind Rewind. Gli acchiappafilm

Regia di Michel Gondry vedi scheda film

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La recensione su Be Kind Rewind. Gli acchiappafilm

di joseba
8 stelle

A mio avviso è il titolo meno elaborato e complesso della magnifica filmografia di Gondry, ma non per questo meno godibile e divertente. E' soprattutto un film sul modo di concepire il cinema. Non tanto una macchina spettacolare perfetta e inappuntabile, quanto una prassi amatoriale che nelle imperfezioni e nelle trovate artigianali esalta fantasia e creatività.

Naturalmente West Coast Video = Hollywood. Insomma, al di là della patina di commedia sgangheratamente metacinematografica si indovina una critica tutt'altro che morbida all'immaginario ipertrofico dei blockbuster. Il tutto condito dalla solita impagabile tenerezza dei personaggi disegnati da Gondry e da un finale coralmente commovente. Pezzo di bravura: un virtuosistico piano sequenza che mostra il making of dei film sweded ("maroccati" nella traduzione).

Nella filmografia di Gondry lo colloco al di sotto di Eternal Sunshine e dell'Arte del sogno, accanto al sottostimato Human Nature (purtroppo non ho visto "Block Party", da cui "Be Kind Rewind" sembra prendere le mosse). Ma c'è comunque da dire che si ride di gusto e in continuazione per le mille situazioni strampalate: su tutte la performance mimetica durante il tentativo di sabotaggio della centrale elettrica. Da questo punto di vista, anche grazie alle straconvincenti prove attoriali, è senz'altro il film più divertente che Gondry abbia girato fino ad oggi.

Il talento visivo e il tuffo nella giocattoleria di Gondry hanno qualcosa di vertiginoso. L'"accondiscendenza" di cui potrebbe essere rimproverato il film viene per così dire "sovrastata" dal gusto quasi narcisistico della trovata, dall'ostentazione dell'artificio. E questa vertigine è tutt'altro che ammiccante. Anzi, è quasi intossicante.
E per giunta, oltre a perculare soavemente le megaproduzioni hollywoodiane, BKR è anche un aperto elogio alla menzogna, esplicitata nell'affermazione (cito a memoria) "il passato mi appartiene e posso modificarlo". insomma gondry sembra dirci questo: col mio vissuto ci faccio un po' il cazzo che mi pare, posso tranquillamente infarcirlo di cose inventate di sana pianta e di conseguenza modificare la storia a mio piacimento. E' un suggerimento di una scorrettezza esaltante. In fondo manipolare il passato non è forse quello che si apprestano a fare tutti gli abitanti del quartiere col "fakumentary" su fats waller? e non è forse quello che si trovano a fare Mike e Jerry con i loro sweded movie? di fatto quello suggerito da gondry è un gesto politico: riappropriarsi di un immaginario fossilizzato (i blockbuster) e riplasmarlo integralmente, restituendogli "anima e cuore". lode alla menzogna, dunque, se questa coincide con la rivitalizzazione dell'immaginario collettivo (davvero collettivo, come mostra il finale).

E soprattutto:

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