Regia di Lewis Teague vedi scheda film
Lewis Teague si tiene a calcolata distanza dal pessimismo plumbeo e rabbioso del romanzo e indaga con discrezione e tatto una dinamica familiare, magari obsoleta, ma solida e credibile. Malgrado la protagonista sia troppo vittimizzata, il film resta cupo, minaccioso e assolato, ed enfatizza la centralità simbolica del monstrum, sospendendo i personaggi nell'attesa di una nemesi incombente. Più dramma che horror - ma con sequenze decisamente al cardiopalma - straordinariamente illuminato da Jan De Bont, dimostra, alla faccia dei detrattori, che i film tratti da King invecchiano niente male.
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