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Leoni per agnelli

Regia di Robert Redford vedi scheda film

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La recensione su Leoni per agnelli

di Utente rimosso (cinerubik)
7 stelle

La retorica repubblicana che si scontra con le ideologie, questo è sostanzialmente LEONI PER AGNELLI, un film ambientato nell'arco di pochi minuti, giusto il tempo necessario a Janine Roth (MERYL STREEP), esperta giornalista idealista, per intervistare il giovane e determinato Senatore Jasper Irving (TOM CRUISE) nella sua "stanza dei bottoni"; durante il medesimo lasso di tempo un non più giovane ma "strafigo" professor Malley (ROBERT REDFORD), grazie alla sua esperienza e al sapiente uso del dialogo, tenta di convincere Todd (ANDREW GARFIELD), studente della facoltà di scienze politiche dalle grandi potenzialità, a non cedere al qualunquismo che lo sta rendendo sempre più rassegnato e passivo. Allo stesso tempo, due marines impegnati sul fronte afgano tentano disperatamente di sopravvivere in circostanze disperate a seguito di una missione fallimentare sulle vette innevate. Il film prende corpo grazie ai continui "botta e risposta" densi di significato che si susseguono tra le tre coppie di protagonisti e i concetti espressi vengono abilmente collegati tra loro per mezzo di un montaggio fatto con grande intelligenza. Il dialogo tra il Senatore Irving e Janine Roth si concretizza in uno scambio di vedute nel quale trovano spazio anche alcune provocazioni nei confronti delle politiche militari degli ultimi 50 anni. Cruise si dimostra abile e credibile nel ruolo del diplomatico che espone le proprie ragioni facendo il gioco della propria "faccia". La Streep è sempre una piacevole conferma e, come il Barolo, sembra sprigionare maggiori qualità col passare degli anni. Robert Redford non rinuncia, in questo film "da ascoltare" ad esternare il suo punto di vista democratico. Alcuni passaggi del suo faccia a faccia con il giovane Garfield (recentemente alla ribalta nel ruolo di Amazing Spiderman) sono memorabili nonostante qualche sua teoria che fatica a sovrapporsi (malgrado quelli che presumo fossero i suoi intenti) al realismo del ragazzo. Qualcuno (non ricordo chi) me ne aveva parlato come un film di guerra ma credo che costui non abbia capito nulla del film (dubito addirittura che lo avesse visto) che è, a mio parere, politica e filosofia. Mentre il senatore "Cruise" ribatte colpo su colpo alle "domande-accuse" si ha quasi l'impressione di leggere un fumetto dove che ciò che importa è quel che accade tra una vignetta e l'altra e non ciò che viene raffigurato. La politica, in fondo è anche questo. Se mettessimo in stand-by il film durante ogni dialogo avremmo moltissimi elementi da approfondire. Purtroppo Robert Redford che è anche il regista del film, ha deciso che le tre vicende parallele avrebbero originato un film di soli ottanta minuti (idea che in questo caso non condivido) trascurando forse qualcosa che meritava maggior minutaggio. "Leccare buste mi metterebbe in prima linea?" domanda Todd al Dottor Malley dopo esser stato indirettamente tacciato di inesperienza; "molto più che parlare e basta" è la replica del docente e una serranda abbassata su di un "ufficio reclami e lamentele" che i giovani affollano continuamente etichettando ogni politico come "categoria di persona" e non come uomo e voltandosi dall'altra parte a protestare su tutto quanto. Il film merita (più che la semplice visione) un minimo di analisi e attenzione. Veder sbandierare, coltivare e morire le idee lascia sempre qualcosa allo spettatore e a me qualcosa, questo bel film, ha lasciato.

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