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Into the Wild. Nelle terre selvagge

Regia di Sean Penn vedi scheda film

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La recensione su Into the Wild. Nelle terre selvagge

di GIANNISV66
6 stelle

"Happiness is not real if it is not shared" La felicità è autentica solo quando è condivisa.

La frase scritta da Christopher/Alexander Supertramp, il protagonista di questa pellicola, nelle battute conclusive della storia rappresenta, in qualche modo, il punto di arrivo di un lungo viaggio.

Perché di questo parla Into the wild – nelle terre selvagge, di un lungo viaggio che è al tempo stesso reale (la fuga dagli agi di una vita borghese per un ritorno alla natura senza compromessi) e spirituale (il ritorno alla natura come via di transito per trovare la propria essenza più genuina).

Alla base c'è una storia vera, quella di Christopher McCandless, che subito dopo la laurea conseguita in una prestigiosa università, abbandonò tutto per rincorrere un sogno di libertà, fino alle estreme conseguenze. Storia che l'alpinista e saggista Jon Krakauer raccolse e raccontò in un libro, da cui Sean Penn ha tratto questo film.

La scelta di Christopher, talmente estrema da voler cambiare il suo nome originale con quello di Alexander Supertramp (difficile tradurre il senso usando una terminologia letterale, può significare “barbone” “vagabondo”, ma anche “passo” e “camminata”), può essere spiazzante, persino incomprensibile.

Può essere davvero difficile capire perché un ragazzo di buona famiglia, intelligente e dotato di una eccellente istruzione possa decidere di volersi spogliare di tutti i suoi averi e rinunciare a ogni privilegio, anche minimo, della cosiddetta società civilizzata, per affrontare una vita che prevede solo un rapporto esclusivo con la natura, al punto di far affidamento esclusivamente solo su di essa per ogni basilare necessità.

Sean Penn decide di non schierarsi, la storia la vuole solo raccontare così come è accaduta, lasciando alla maturità del singolo spettatore la capacità di saper fare riflessioni su quello che appare sullo schermo.

E lo fa con l'ausilio di una splendida fotografia, che denota una straordinaria abilità nel saper cogliere aspetti dei paesaggi che ne raccontano la bellezza rifuggendo però la banalità di immagini da cartolina.

La bellezza di ciò che viene mostrato non è autoreferenziale, bensì funzionale alla finalità della storia, ovvero narrare con rispetto e commozione un percorso di vita assolutamente originale e del tutto fuori dalla logica ordinaria che sovrintende la vita quotidiana di milioni di persone.

Film semplice, lineare e scorrevole come certi fiumi incontrati dal protagonista nel suo cammino, come le splendide canzoni di Eddie Vedder che ne accompagnano i momenti salienti, eppure, nella sua semplicità, ricco di sottintesi e pronto ad offrire molteplici chiavi di lettura.

 

Tuttavia un film che si pone in maniera tutt'altro che facile nei confronti del pubblico, cui viene richiesta una sorta di sospensione sul giudizio che ogni persona non può non elaborare di fronte a scelte estreme come quelle che vengono prese da Alex/Christopher, scelte troppo radicali e assolutiste per non creare un certo sconcerto nello spettatore.

Qui forse viene fuori il limite più evidente di questa pellicola: il desiderio di raccontare una storia di scelte assolutamente in contrasto con tutti quei principi che regolano ormai il nostro modus vivendi nell'ambito di una società iper-tecnologica e per ciò stesso, iper-comoda ma anche iper-stressante, desiderio di rappresentare in maniera fedele un indirizzo di vita che è anche la proposizione di un ideale e di una filosofia “alternativi”, quel desiderio dunque sembra imporsi a discapito di una narrazione filmica più tradizionale.

Questo è un film dove il raccontare l'idea (e l'ideale) diventa più importante della storia stessa, e il rischio, diciamola tutta, è che una certa noia si palesi qui e là nel corso della visione, soprattutto per lo spettatore che trovi poco accettabili (se non addirittura incomprensibili) i valori perseguiti dal protagonista fino alle estreme e tragiche conseguenze.

Pellicola affascinante, in conclusione, ma che per i motivi sopra raccontati presenta punti di debolezza, che vanno a pesare sul giudizio complessivo

 

 

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