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La giusta distanza

Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film

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La recensione su La giusta distanza

di jonas
6 stelle

Un meccanico tunisino, una maestrina toscana, un ragazzo che aspira a diventare giornalista e altri personaggi di un paesino del profondo nord-est. Mazzacurati ritorna all’ambientazione dell’esordio Notte italiana e parla ancora di scheletri ben custoditi negli armadi di provincia; costruisce una vicenda che riesce ad essere inquietante fin dall’inizio, prima ancora che succeda qualcosa; lascia opportunamente sullo sfondo il tema dell’integrazione mancata in una società chiusa e diffidente; fa in modo che nessuno dei personaggi sia simpatico fino in fondo (neanche gli innocenti hanno la coscienza del tutto pulita: uno spia la ragazza, l’altro le controlla di nascosto la casella di posta elettronica). Poi si mette in una situazione potenzialmente ricattatoria, e non sa uscirne fuori benissimo: ovviamente il colpevole non è il capro espiatorio indicato da tutti, ma la soluzione offerta risulta francamente un po’ troppo comoda; senza contare inverosimiglianze (un detective improvvisato risolve tutto in quattro e quattr’otto) e approssimazioni (l’avvocato è solo una macchietta). La figura migliore, alla fine, la fa il personaggio di Bentivoglio, che della vita ha capito parecchio ed espone la morale a cui allude il titolo. Nel cinema italiano d’oggi possiamo accontentarci dei Mazzacurati, dei Soldini e dei Virzì: un cinema onestamente medio, con qualche guizzo, che tenta a modo suo di descrivere una crisi morale collettiva.

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