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Juno

Regia di Jason Reitman vedi scheda film

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anonimo (27615)

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La recensione su Juno

di anonimo (27615)
4 stelle

Non credo proprio che qualcuno riuscirà a spiegarmi perché questo film abbia vinto il Film Fest di Roma 2008 (a parte corruttele o altri sotterfugi…che, da cinefilo, rifiuto a priori, peccando -sapendo di peccare- di ingenuità). Temo però che tali motivazioni sarebbero speculari a quelle che ne hanno fatto un’icona anti-abortista, basate cioè sul vuoto animale che circonda l’animale uomo alle prese coi suoi piccoli problemi sessual-riproduttivi. Il tutto, se allocato poi in un’inidentificabile provincia benestante primomondista, ci arriva (a noi italiani, provincia ultima del primo mondo) in una disgustosa salsa-slang american-adolescenziale, fatta di beveroni e di jogging, microonde e test di gravidanza fatti al cesso, ecografie “easy” col “fagiolo” nel pancione che sguazza col suo testone e le sue unghie(“pescetto”, “gamberetto”….ma come parlano questi? - termini e frasi che se mr. Palombella Rossa fosse ancora in giro la riempirebbe di schiaffoni ….- ma come parli?!?.) risuonandoci, a noi italiani, campata in aria come una invenzione animata di Walt Disney.

Sarà che tutte quelle mossettine di mani e di occhi che la giovane protagonista, ‘sta Ellen Page (un’altra! Ci mancava proprio una diciassettenne al debutto, sì sì…… da tanto non se ne vedevano, già già…) usa per strangolare l’italiota spettatore non così assuefatto alle gesticolanti “cerebrorecitazioni” stile Hollywood o simil-Hollywood (a-ridàtece Ghostbusters!!!), fanno sì che la suddetta Juno dia l’impressione di essere una ragazzetta che affronterebbe con lo stesso spirito e le stesse idote moine una gravidanza come la finale di hockey su ghiaccio del liceo, un’ecografia come l’uscita dell’ultimo CD degli Squallor.
Beate gravidanze! Pare che facciano fare buoni incassi ultimamente al botteghino delle sale (ah, ecco! Forse ho capito la Roma di Bettini…) , ragion per cui forse si spiega l’eco che questo film (a suo modo border-line, al confine tra il ridicolo e l’insulso) si porta appresso, appaiato ai cestini colmi di uova marce per Ferrara, in giro per la provincia italiana anche lui gonfio di pop-corn e bibitoni energetici con questa pellicola in tasca.
Beate ragazzine! Se tutte potessero essere la Juno del film… Se questi super-children che mangiano super-McDonald’s come le arachidi di Superpippo potessero rappresentare tutti i pancioni (ove sguazzano i fagiolini e i gamberetti con le loro unghie) delle donne del mondo (di tutto il mondo, dal primo al quarto, passando per di qua…), forse tanta diatriba sull’aborto e le sue leggi non esisterebbe, non avrebbe motivo di esistere: risolveremmo tutto con una schitarrata e un bacio romantico, poche lacrimucce carucce e via.
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E’ il classico film ruffiano. Di quella ruffianaggine antipatica, come antipatica alla morte è ‘sta Ellen Page. Un film bugiardo, specie qui in Italia dove il preservativo al mirtillo non fa sempre e solo ridere come fosse un rutto alla cocacola, ma fa invece ancora arrossire le pie donne e infuriare il papa, preoccupare le mamme e inventarsi il farmacista obbiettore…., dove telefonare a un numero dell’elenco telefonico pubblico e vedersi fissato un appuntamento in clinica per un intervento abortivo nel giro di poche ore è sempre di più un diritto negato e che sempre più vorrebbe esser negato (Formigoni docet) da coloro che si portano in tasca questo film, dove tutto invece funziona a puntino come il timer del microonde, dalla clinica, alla ragazzina-madre saggia quanto un buddha, bravo so’ pàre, brava so’ màre, brava la figlia della sorella….
E naturalmente è tutto bellissimo e perfetto: le villette schierate, i monovolume di marca, il telefono a forma di hamburger… tutto pulito, in ordine e ben formato, fino all’ultima unghia di gamberetto….
Viva la mamma! E viva Ghostbusters!

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