Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Per dare un’impronta di grandezza a questo film di Sidney Lumet - l’ultimo della sua carriera - basterebbe la magistrale interpretazione di Philip Seymour Hoffman, che qui dà vita a un personaggio particolarmente complesso e dalle molte sfumature. Andy è un uomo lucido e controllato, che veste sempre in maniera impeccabile, che ha un lavoro di rilievo e una bella compagna (Marisa Tomei). Ma dietro questa maschera nasconde abissi di disperazione e un comportamento borderline che lo porterà a truffare l’azienda per cui lavora, e poi per un disperato bisogno di soldi a trascinare il fratello (Ethan Hawke) in una impresa folle che avrà conseguenze irrimediabili: rapinare la gioielleria dei loro stessi genitori. Proprio nel rapporto con il padre gioielliere pare esserci il nucleo della nevrosi di Andy: il fulcro è quando padre e figlio ammettono di essersi delusi a vicenda, per delle ragioni che non ci è dato comprendere in pieno ma solo intuire. Ecco dunque una tragedia greca in chiave moderna, che va crescendo esponenzialmente di frase in frase, di scena in scena, mentre viene negata qualunque speranza di luce allo spettatore e ai protagonisti che ne sono coinvolti.
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