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Idiocracy

Regia di Mike Judge vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Idiocracy

di Fanny Sally
6 stelle

Le previsioni per il futuro prossimo del pianeta terra non sono buone: a detta di molti scienziati l’umanità è destinata a subire un progressivo imbarbarimento culturale, con conseguenze disastrose sull’ambiente e sulla capacità sociale di evoluzione, tant’è che il rischio conclamato è addirittura l’estinzione totale della specie, in quanto sono solo i più stupidi a riprodursi, mentre la gente con il quoziente intellettivo più elevato tende a non avere figli.

Nel 2005 un’agenzia governativa americana pensa bene di correre ai ripari, portando avanti un esperimento top secret di ibernazione che coinvolge suo malgrado Joe, un impacciato e anonimo impiegato dell’esercito, e Rita, una furba prostituta in fuga dal suo ingombrante protettore. Ma, per un assurdo incidente, anziché svegliarsi dopo un anno, i due si ritrovano catapultati nel 2505 in un mondo in balia dell’ignoranza, della spazzatura e della tecnologia più ottusa e, essendo i più intelligenti, scelgono di provare a salvare la situazione.

 

Satira grottesca e tragicomica sui mali estremi del consumismo e del dominio incondizionato della tecnologia che finisce per annientare qualsiasi capacità intellettiva, sociale ed emotiva dell’uomo, il film di Mike Judge (attore e doppiatore, noto essenzialmente per essere stato autore della serie animata politicamente scorretta Beavis and Butt-head ) è una commedia fantascientifica dalla forte componente demenziale che riesce a colpire il bersaglio in più momenti e a far riflettere, oltre che sorridere a denti stretti, essendo comunque l'umorismo di cui si serve piuttosto di grana grossa.

Abbastanza profetici e drammaticamente verosimili alcuni scenari di degrado culturale e ambientale mostrati nella pellicola, anche se ci si concentra soprattutto sulla situazione americana, ignorando, come di consueto in molte pellicole statunitensi, di mostrare almeno qualche accenno a ciò che accade nel resto del pianeta.

 

I personaggi principali, interpretati da Luke Wilson e Maya Rudolph, sono due antieroi, privi di carisma e di genialità, ma dotati di buon senso e di un’intelligenza media per cui ci si ritrova ad appassionarsi facilmente nella loro odissea, anche se le loro vicissitudini sentimentali e il prevedibile innamoramento che ne segue non coinvolgono più di tanto. Di contorno ai due troviamo una carrellata di personaggi macchiettistici che non sempre lasciano il segno, essendo molto ripetitivi nella loro caratterizzazione psicologica e dunque fornendo solo occasione di gags sopra le righe per i loro interpreti (tra gli altri Justin Long, pseudo-dottore fumato, Terry Crews, un eccentrico e volgarissimo presidente degli Stati Uniti) e la resa di alcuni paradossi non è particolarmente acuta, ma nel complesso c’è da dire che alcuni lo considerano anche un piccolo cult e la visione scorre senza troppi intoppi, a patto che non si abbiano troppe pretese di profondità o filosofia.

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