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Jenifer. Istinto assassino

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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La recensione su Jenifer. Istinto assassino

di Lina
7 stelle

Film appartenente alla serie "Masters of horror" che non dura neppure un'ora e che pur essendo molto semplice e banale nella sua struttura e trama, con familiari melodie dolci-inquietanti e con poche idee per giunta non originali, possiede comunque una carica emotiva non sottovalutabile che riesce a catturare l'attenzione dello spettatore. Naturalmente la miscela di splatter ed erotismo potrebbe sembrare un inserimento dilettantesco estraneo alla genialità un tempo visionaria del regista Dario Argento, ma questo suo film non si limita ad accentuare lo stereotipo della sorprendente e seducente stranezza che traspare da una storia d'amore che nasce tra un freak donna ed un uomo normale, offre molto di più. Il suo scopo principale infatti, è quello di illustrare le più oscure ed improbabili sfaccettature e prese di posizione dell'amore e della diversità. La protagonista di questa storiella-parabola è Jenifer, una creatura di cui non si conoscono le origini. Forse generata dall'inferno, è una donna carnivora che ha un viso orrendo (occhi grandi, scuri e senza pupille, denti aguzzi e bocca enorme e deformata) ma un corpo stupendo in compenso. Non uccide perchè è pazza o perchè le piace farlo come siamo stati abituati a veder fare dai serial killer di tutti i film di Dario Argento, ma uccide e poi sbrana le sue vittime esclusivamente per fame. E' la sua natura quella di cibarsi solo di carne ed interiora, proprio come se fosse un animale feroce della savana sopraffatto dal suo istinto selvaggio che la spinge ad uccidere per mangiare e quindi sopravvivere. Tuttavia, all'occorrenza sa anche essere molto femminile e seducente. Riesce infatti a conquistare un poliziotto di nome Frank che in un primo momento la vede come una vittima emarginata dalla società a causa del proprio aspetto mostruoso, ma che col tempo ne comprende la reale natura senza avere il coraggio di abbandonarla o rifiutarla. Si instaura un legame a dir poco morboso tra di loro che vengono travolti da un vortice di passione perversa. Sono attratti fisicamente l'uno dall'altra e nonostante lui non approvi e si disperi per la condotta di vita di lei, non la porta alle autorità, ma anzi si lascia perfino ripudiare dalla sua famiglia pur di coprirla e pur di starle accanto. Non che il tema del compromesso trovato in una corrotta complicità amorosa tra ciò che rappresenta il male e ciò che rappresenta il bene sia nuovo, si sa che è stato raccontato infinite volte sia al cinema che nella letteratura, ma in questo caso coinvolge ed incuriosisce perchè fa riflettere ed immedesimarsi nella circostanza che illustra. Cosa faremmo se ci sentissimo anche noi ad un certo punto della vita, attratti dal fascino del male? Ma poi, in un caso come quello di Jenifer si può davvero definire "male" essere una creatura a metà strada tra un animale ed un essere umano? Che colpa le si può attribuire se madre natura l'ha voluta così? In un certo senso fa anche pena perchè non è cattiva, ha solo fame e pur sembrando una verità grottesca, le persone le stimolano l'appetito... tuttavia, il fatto che nonostante i suoi feroci istinti riesca anche ad amare con intensità, colpisce molto. E' incapace di fare del male all'uomo che ama e se ci si aspetta che prima o poi sbrani anche lui, si scopre invece sorpresi che piuttosto si sarebbe fatta uccidere. Infatti, quando lui la lega e la trascina con sè nel bosco per giustiziarla, Jenifer piagnucola, ha paura ma non reagisce ferocemente come potrebbe ed anzi, non combatte minimamente quello stesso uomo che l'aveva salvata. Anche più rilevante e d'effetto si rivela la scena in cui Jenifer passa una notte insonne nella casetta nel bosco a guardare Frank che dorme tranquillo. E' chiaro che sia la forte fame a non farla dormire dopo giorni e giorni di digiuno, eppure la tentazione di sbranare Frank non la sfiora minimamente perchè non la si nota mai contemplarlo con aria famelica, ma sempre e solo con aria innamorata. Benchè poi l'epilogo sia prevedibilmente aperto ed irrisolto facendo comprendere che tutto si ripeterà come in un circolo vizioso, c'è da dire che tale scelta fosse in realtà d'obbligo per dimostrare quanto in fondo un po' tutti gli esseri umani diventano deboli quando il fascino dell'ignoto e del proibito li assoggetta perchè talvolta, proteggere e prendersi cura di tutto quello che rappresenta la diversità, fa sentire eroici e speciali. Dunque, dati i suoi interessanti simbolismi che conducono ad un'introspezione psicologica complessa e assolutamente non trascurabile, per me questo film è quantomeno discreto.

 

Dario Argento

 

Ha fatto un buon lavoro.

 

Steven Weber

 

Intenso e convincente, bravo.

 

Carrie Fleming

 

Prova eccellente.

 

Branda James

 

Non c'è male.

 

Harris Allan

 

Bravino e simpatico.

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