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Luz silenciosa

Regia di Carlos Reygadas vedi scheda film

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Scarlett Blu

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Luz silenciosa

di Scarlett Blu
8 stelle

Primo film del regista messicano Carlos Reygadas che mi capita di vedere, parliamo di un autore davvero unico che possiede uno sguardo e una poetica della visione impressionante e personalissima, che riscontro per la prima volta, nè mi sembra di aver mai colto in altri registi di fama internazionale, qualcosa di simile.

Come primo impatto è stato sconcertante; il film si apre con un' alba che lentamente vince sulle tenebre e si chiude con un tramonto, una luce crepuscolare che altrettanto lentamente lascia spazio alla notte che arriva ad avvolgere tutto, l'equivalente di un cerchio che si chiude e che racchiude tutto, l'inizio e la fine di ogni cosa, e questi sono forse i momenti più belli di tutto il film.

All' interno di questi due momenti di dipana la storia di una famiglia di contadini appartenenti a una comunità religiosa, i Mennoniti, che sembrano aver dimenticato cosa è il progresso, e vivono seguendo i cicli naturali, rispettando i ritmi delle stagioni e il loro corso.

 

 

Tutto il film pare seguire questo lento incedere del mondo della natura, i momenti, gli sguardi, pare tutto dilatato, allungato oltre misura, e questo dilatare i tempi può stancare un po', eppure è tutto simmetrico, equilibrato da inquadrature rigorose, centrali e millimetriche, a volte speculari con i pieni e i vuoti, bilanciate come se ci fosse un polo negativo e uno positivo.

Credo che l'estetica del film si sviluppi in tal senso.

Ma ho colto in questo rigoroso senso della forma, la sua stessa ambiguità.

Non esiste caos nel mondo concepito da Dio, tutto è apparentemente perfetto, finchè non arriva qualcosa a interrompere questa perfezione. Nell'apparente tranquillità di Johan, uomo sposato con Esther e padre di sette figli, entra l'imprevisto della vita, lo scossone che travolge l'esistenza, la coscienza e le certezze religiose e morali, gli insegnamenti di un padre predicatore, che quasi invidia al figlio un coraggio che a lui è mancato nella stessa situazione.

Johan scopre l'amore, la passione naturale - forse necessaria -  per un' altra donna, Marianne.

Si sviluppa un triangolo amoroso che sembra uguale a tanti altri, che presenta gli stessi tormenti, sensi di colpa, domande su cosa è giusto e sbagliato, su quale sia la volontà di Dio e dove finisce quella umana, se la tentazione è opera del Maligno, il nemico implacabile, o se la responsabilità delle scelte, con tutte le conseguenze del caso è solo umana.

Potremmo interrogarci sul libero arbitrio, e se questo esiste davvero.

Non credo che il regista dia una chiara risposta su questo, forse neppure gli interessa, gioca su questa ambiguità che contrasta con la costruzione delle scene, spesso struggenti e poetiche nella loro bellezza.

La natura sembra avere un ruolo centrale a dispetto delle vicende umane, come se in essa l'esistenza umana si perdesse, o non avesse importanza, non a caso spesso si colgono dialoghi tra personaggi fuori campo, mentre l'inquadratura mette a fuoco un fiore che emerge dal verde del fogliame. La natura diventa immagine stessa dei sentimenti umani, pensiamo al cielo incupito dal temporale, mentre marito e moglie viaggiano in auto.

Che ruolo ha l'uomo in tutto questo? Che cos'è l'uomo all'interno di questo disegno, naturale o divino?

Se all'interno di questo cerchio - alba e tramonto - che si apre e si chiude sulla notte, c'è un 'regista' che governa ogni cosa, l'essere umano è davvero libero? Che cos'è la Luz Silenciosa che pervade quasi tutto il film? E' la voce di Dio che si esprime nel silenzio? E' la risposta alla 'preghiera silenziosa' di una famiglia riunita attorno a un tavolo? Il miracolo di Esther arriva perchè è una risposta a quella preghiera, o fa già parte del disegno fin dall'inizio?

Era già nel percorso di Johan e Esther? Un percorso di cui la stessa Marianne ha una parte importante?

Se il film ha un valore mistico, forse queste sono le domande che ci costringe a porci.

Indubbiamente siamo di fronte a un'opera notevole e controversa, ma forse, e lo dico con tutte le riserve possibili, tenendo conto che non ho altri termini di confronto, non conoscendo la filmografia di questo regista, non è completamente risolta.

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