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Grindhouse. A prova di morte

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Grindhouse. A prova di morte

di BobtheHeat
8 stelle

Diciamo subito che chi non ama Tarantino dovrebbe stare alla larga da questo film, come sempre bisognerebbe fare quando proprio non ci piace qualcosa. Inutile continuare a frequentare i ristoranti indiani ed ostinarsi a mangiare il "Chicken Tandoori" , se si preferisce quello classico,ruspante e nostrano con tanto di patate al forno. A meno di non esser masochisti...Per tutti gli altri, specie ovviamente per i fans di Quentin, bisognerebbe mettere un cartello gia' nelle vicinanze della biglietteria del cinema, con scritto il classico "venghino signori venghino"...Eh si, bisognerebbe proprio entrare in sala di corsa a vederlo questo film, senza troppo badare agli esiti scadenti avuti al botteghino americano (presentato cosi' come era stato concepito accoppiato al segmento "Planet Terror" firmato dall'amico Rodriguez) o ai tiepidi applausi ricevuti dalla critica in quel di Cannes il mese scorso.

Innanzitutto perche' il nostro amato (o odiato...ognuno ha il suo "rispettabile" punto di vista...sempre che questo non venga espresso con inutile e sempre poco costruttivo sarcasmo, piuttosto che con intelligente ironia...) continua ad essere incapace di fare un cinema che lascia indifferenti. Perche' "Grindhouse-A prova di morte" conferma l'estro se non proprio la genialita' di Tarantino nel fare (e riciclare) cinema a modo tutto Suo... E' un omaggio compiaciuto, brillante ed irriverente ad un periodo e ad un certo tipo di cinema di serie Z, mix spesso inguardabili di action movie ed horror e perche' no, anche sesso, qui rielaborato e rivitalizzato attraverso dosi imponenti di sana acida ironia e (al solito, ancor piu' del solito) da un uso divertito di meta-cinema. Il risultato finale e' un film sorprendente, un giocattolo che sprigiona vitalita' e passione ad ogni suo fotogramma. E che ha un ritmo formidabile. Perche Quentin spinge forte sull'acceleratore nelle scene d'azione, girate con straodinaria maestria, (esplicito l'omaggio a "Punto Zero" film manifesto di quell'epoca) per poi rallentare morbidamente (prendendosi anche piu' del tempo necessario) sino quasi a bloccarsi, in quelle gustose di puro dialogo, assai piu' numerose delle prime e tipicamente "tarantiniane", nelle quali i protagonisti, meglio le (splendide) disinibite protagoniste, si divertono a chiacchierare sboccatamente attorno ad un tavolo, a lanciare battute fulminanti ( Stuntman Mike / Zatoichi), a mostrare i loro corpi e a parlare ovviamente di sesso con finta spavalderia. In questo contesto la trama, un folle e sadico serial killer si "diverte" a perseguitare ed uccidere con la sua macchina "a prova di morte" (piu' inquietante e devastante di quella di " Christine la macchina infernale") le prime giovani ragazze che incontra "on the road", puo' sembrare in prima luce poca cosa. Ma in fondo e' solo un pretesto per mostrare il cinema forse "vuoto" ma fortemente autoriale di Tarantino, il suo universo folle e colorato, violento e mai come questa volta cosi' tremendamente divertente. Curatissima ed appassionata, non e' una novita' ma anzi un altro segno distintivo, la scelta dei brani musicali , amorevolmente "rubati" (ma dove li ha beccati?) da una lunga serie di colonne sonore di film d'epoca, tra cui anche molti italiani, come si vede leggendo i titoli di coda. Canzoni che vanno a fare da perfetto contraltare all'altrettanto esemplare montaggio delle immagini. Si pensi poi al lavoro sui colori, sui finti segni della pellicola, sul suo andamento volutamente a strappi... Per non parlare del passaggio al bianco e nero prima e al colore poi all'inizio della secoda parte, quando scopriamo il vero colore, giallo fiammante, del bolide delle nuove future "prede" di Stuntman Mike. Ma il film e' pieno di trovate graffianti, impossibile farne un elenco. Azzeccatissimo poi tutto il cast, tutte le ragazze protagoniste (amiche se non sorelle della Uma di "Kill Bill") sprigionano grande naturalezza (l'aria respirata sul set dev'esser stata di quelle che si ricordano a lungo...argh.. come mi sarebbe piaciuto parteciparvi...specie se vicino...molto vicino...a Rosario Dawson, Wow !) ed assolutamente incredibile e' la performance di Kurt Russel, veramente piu' in forma che mai. "Stuntman Mike" e' un personaggio gia' di culto, che rivaleggia sin da oggi con lo "Jena Plinski" di "1997: Fuga da New York". Rimane l'incazzatura personale di veder distribuito il film non cosi' come era stato originariamente concepito (doppio film in un unico spettacolo) privo cioe' della sua altra meta' firmata da Rodriguez. Operazione senza senso (no, ce l'ha...la caccia allo "sporco denaro"...) perche' cosi' si perde in parte lo spirito Trash/Pop promotore dell'operazione. Magari funziona di piu' cosi', chissa'. Ma i "falsi trailer" (c'era anche la mano di Rob Zombie!) che intervallavano i due episodi...che fine hanno fatto? Li voglio vedere! Chi distribuira' in futuro il dvd (o hd dvd per i piu' fortunati...) dovra' fare le cose per bene e cioe' fare una cosa sola: farci vedere entrambe le versioni.PUNTO. Voto 9

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