Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film
Germania Est, anni ’80.L’embargo verso la cultura occidentale era fortissima, e nulla era permesso al di fuori dell’ideologia socialista.La Stasi era l’organo governativo atto al controllo delle attività dei cittadini della DDR(La Repubblica Democratica Tedesca, la Germania Est),spietata e non lasciava speranza a chi veniva colto in attività illecite. In questo contesto,il capitano della Stasi Gerd Wiesler(Ulrich Mühe) viene incaricato di sorvegliare lo scrittore Georg Dreyman(Sebastian Koch) che per le sue opere non è ritenuto pericoloso per il regime, ma preso di mira da alcuni funzionari .
Il film, fin da subito lascia trasparire le atmosfere di regime che erano vissute nella DDR, la concezione dell’assolutismo socialista e del male capitalista. Qualsiasi prodotto occidentale era poco o non tollerato,e gli agenti della Stasi erano addestrati per rispettare e far rispettare questi principi.
Il capitano Wiesler ci viene mostrato come un agente modello, inflessibile, con un intuito eccellente ed estremamente professionale. Dreyman vive con la sua amante, attrice di teatro Christa-Maria(Martina Gedeck), apparentemente un buon cittadino della DDR.Col passare del tempo ,nel seguire la vita dei due, Wiesler mostra un appassionamento ed un interesse particolare verso il destino dei due.
La pellicola,primo lungometraggio diretto dal regista, è un opera eccezionale, capace di rappresentare una realtà storica in maniera impeccabile.
L’evoluzione dei personaggi è costruita meravigliosamente, la tensione è elevata e costante in tutto il film, tensione che deriva sia per la sorte delle vite di Dreyman e Christa-Maria, sia per le vicende di Wiesler.
Un film veramente eccezionale, sul genere, il migliore dell’ultima decade.
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