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Saturno contro

Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Saturno contro

di valerioexist
4 stelle

Non vi fate ingannare dal David di Donatello, i quattro Ciak d’oro e gli altrattanti Nastri d’argento vinti da Saturno Contro di Ferzan Ozpetek: tutte e tre le categorie di riconoscimento premiavano anche (o, nel caso del David, solo) Ambra Angiolini come migliore rivelazione o come migliore attrice non protagonista, e stiamo parlando di una persona che fu messa in tv perché non esistevano ancora programmi che modulavano la voce per rendere femminile e giovanile la voce di Boncompagni. Saturno Contro narra le vicissitudini di un gruppo di amici composto da finocchi dove chi non è finocchio è Stefano Accorsi e Ambra. Stefano Accorsi come al solito è irritante, la moglie la interpreta Margherita Buy che, in questo film, tende allo spettatore un’inaspettata sorpresa… poi ve lo dirò, è inaspettata! Ci sta Ennio Fantastichino che pure lui è frocio, un tizio che è entrato da poco nel gruppo e che si era pure scopato Ambra, però era bisessuale, poi ci sta Ambra che è un imbecille tossicomane in fissa con l’oroscopo (da qui “saturno contro”, detto dalla stessa Ambra a pochi minuti dall’inizio del film… brutto…), poi ci sta Serra Yilmaz che è la turca attrice feticcio di Ferzan Ozpetek, una specie di cicciallegra tarchiata che somiglia a Mario Merola e che recita in una maniera da fare invidia agli attori che interpretano le situazioni de “L’Italia Sul 2” su Rai2. La cosa che più mi ha ferito di questo film è il fatto che ci sia Libano (rassegnatevi, per me Favino rimarrà sempre e solo Libano) gay! Cioè, pace a tutti i gay… ma Libano no! Libano dev’esse coatto, deve dire “bàazèra” invece di “buonasera” deve troncare i tumulti asserendo “se, sto cazzo!” invece in questo film me lo mostrano in una scena di preliminare omosex con Luca Argentero… si ammetto che la cosa mi ha ferito. Libano no! insomma… questa combriccola di invertiti si da alle cenette solidali dove si scambiano chiacchiere e vengono fatte battute atroci come “non ti prenderei mai in giro, in un altro modo semmai…” (ommioddio!) e dove non si può fumare perché Margherita Buy fa la psicologa anti-fumo e non vuole vizi dentro casa, apparte i vizietti di tutti gli amici. La figlia di Buy e Accorsi è una ragazzina stronza e insopportabile, ma torniamo a Margherita Buy: la bell’attrice in questo film si prepara a stupirci: volete sapere come? In pratica lei sta con Stefano Accorsi no? beh, Luca Argentero (che poi nel film si chiama Lorenzo ed è il fidanzato di Libano) un giorno sta verso Via Del Corso, al cellulare con Margherita Buy, ad un tratto vede Stefano Accorsi e lo segue quando vede che… sorpresa! Proprio all’inizio della traversa di Via Del Corso che io prendo quando devo andare a studiare alla biblioteca Rispoli, ci sta Stefano Accorsi che pomicia con Isabella Ferrari! Tradimento! La sorpresa è questa! Margherita Buy interpreta la moglie tradita! Su, avanti, quante volte le sarà capitato di fare la moglie tradita o che tradisce a Margherita Buy? Un 60, massimo 70 volte! Grandioso! Poi Argentero però non le dice nulla, e va da Accorsi che lavora in banca (fosse vero…) e gli dice “oh, ma che fai? Ti scopi il commissario Scalise mentre stai con Margherita Buy? Vabbè, prestami 15 mila euro che devo pagare delle mazzette…” (il tutto con invidiabile tranquillità…). Segue un dialogo bruttissimo tra la Buy e Accorsi al letto, anche questo come tematiche ricorda molto “L’Italia Sul 2”. Torniamo a Pierfrancesco Favino frocio… stavo cominciando ad accettare che un attore non è che può fossilizzarsi nella testa di uno spettatore come un unico personaggio, e quindi, sì, va bene, Pierfrancesco Favino può tornare a chiamarsi con il suo nome, dopotutto è un bravo attore e può interpretare qualunque personaggio… però… no! non mi si può mettere il giubbotto di pelle uguale a quello der Libano de Romanzo Criminale ed esse ancora frocio! E no! Ozpetek del cazzo! Almeno i costumi! Mettigli una camicia a fiori! Un cappellino rosa! Ma non il giubbotto di pelle del Libano! E vai con la scena di Libano e del ragazzo che scopano, terribile… ma non per il fatto che ci sia er Libano-gay, ma per il montaggio del film (non fate battute imbecilli), loro che si baciano, la musica sotto, poi la scena di loro che ridono la mattina dopo mangiando le fettebbiscottàte, di loro al discount tutti carucci che si comprano le banane…e dai! Anzi che non ha messo “Raindrops are fallin’ on my head”. Poi un bel giorno, durante una delle loro cenette tra amici dove c’è la musica alta e c’è un idiota che gira attorno al tavolo facendo giochetti gay con le olive ascolane, il ragazzo der Libano schiatta. Cioè, non schiatta, però va in coma ed è quasi spacciato e i dottori dicono che, qualora ci fosse un miracolo, rimarrebbe paralizzato dal collo in giù. Preso dalla tragedia Accorsi si becca per strada con Isabella Ferrari (di sottofondo c’è un tango che rende la scena molto simile alla pubblicità del Di Saronno) e scopano. La notte stessa Accorsi dirà, nel letto, a sua moglie: “lo sai che mi sono innamorato?” e lei tutta caruccia “si lo so, la prima volta che l’hai vista” (pensando che si riferisse a lei), e lui “si ma è un’altra”… ma porco giuda, ti pare che uno sta con Margherita Buy e la tradisce con una come Isabella Ferrari, più brutta, sgraziata e coatta dell’altra? Boh, poi questo è un mio parere, dopotutto il casting l’avrà fatto Ozpetek che ci capisce di donne come ci capisce di cinema. La Buy ci rimane un po’ male, ma è talmente bòna de core che manco si incazza più di tanto e allora Accorsi, che non può contenersi e deve fare quello che fa in tutti i film, cioè strillare, si arrabbia (LUI) e grida “SCOPO CON UN’ALTRA!!”. Intanto gli amici del quasi morto stanno fuori dalla sua stanza in un ospedale che nulla a che fare con i veri ospedali italiani (apparte il fatto che il malato muore). L’infermiera è la moglie di Fantozzi ed Ambra, chissà perché, vuole farle l’oroscopo (…sigh…). In ospedale arriva il padre del gay morente con la nuova moglie di nome Minnie, interpretata da Cettina del “Medico in famiglia” (“signor Libero!! Veloc’veloce!”). il luogo comune vuole che il padre non debba voler accettare che il figlio sia (fosse stato) una checca, anche se questo alla fine lo accetta (te credo, ormai è morto). Tornando a Cettina/Minnie: qui ha l’accento del nord e quando afferma d’aver fatto la parrucchiera Ennio Fantastichino aggiunge sardonico “chi l’avrebbe mai detto?” (mo so pure classisti oltre che froci?).
Dopo un po’ assistiamo ad un altro triste momento della storia delle sceneggiature. La tizia che sembra Mario Merola va da Isabella Ferrari (che fa la fiorara) e chiede “che lei per caso fa corone di fiori per i matrimoni? E per i divorzi?” – “no, non mi è mai capitato…” ora, tenetevi forte, c’è la frase più brutta a sentirsi di questo film: “strano, perché lei sta facendo in modo che ne avvenga uno”. Oh mamma mia, sti giri di parole del cazzo! Alla fine il frocio muore e vanno tutti alla casetta al circeo di Libano a giocare a ping pong: la rinascita!
Voto: 4

VL

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