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Rocky Balboa

Regia di Sylvester Stallone vedi scheda film

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La recensione su Rocky Balboa

di Marco Poggi
8 stelle

Nel 1990, con "ROCKY V" di John G. Avildsen, Sylvester Stallone sembrava aver archiviato per sempre la saga del campione pugilistico di Philadelphia, con la scena che ritraeva Rocky Balboa e suo figlio entrare nel museo della città. Invece, sedici anni dopo, un imbolsito Sylvester Stallone spiazza tutti i fan girando questo "ROCKY BALBOA", che riporta sul ring non solo il pugile, ma anche l'indimenticabile colonna sonora di Bill Conti. Si temeva un flop colossale (l'attore appare fuori forma, se paragonato all'altra star del cinema d'azione anni'80/90 Arnold Schwarzenegger che si è data alla politica), ma la storia pur nella semplicità si lascia guardare con interesse. Rocky è rimasto vedovo e gestisce un ristorante a Philadelphia, suo cognato Paulie vive ancora come un miserabile lavorando in una macelleria e Robert "Rocky Jr" Balboa cerca di costruirsi una sua vita nel mondo del lavoro, circondandosi di cattive amicizie e cercando di non farsi schiacciare dalla figura paterna. Se poi ci si mette una simulazione al computer tv, che mette a confronto il nuovo campione dei pesi massimi Mason Dixon e il Rocky delle grandi occasioni, la tentazione del vecchio Balboa di salire sul quadrato e combattere ancora una volta si fa grande. Stallone dirige un film drammatico molto toccante, ben costruito, anche se a tratti imperfetto. Il suo Rocky è ormai l'immagine di un duro in decadenza che non si arrende mai, il suo giovane avversario è una figura tormentata dalla sua fama che non si dimostra bidimensionale come Ivan Drago e Clubber Lang (Dolph Lundgren e Mister T). Che dire ? Questo "ROCKY BALBOA" è un tuffo nel cinema anni'70/80, pieno di ricordi, sudore e buoni sentimenti. Girato con un budget da b-movie, "ROCKY BALBOA" riporta il pugile alle atmosfere del primo episodio, quando Sly interpretava un perdente che "aveva fame" capace di dare del filo da torcere al campione dei pesi massimi Apollo Creed. Più riuscita la parte girata a Philadelphia che quella girata a Las Vegas dell'incontro, anche se alla fine, quando si sente il leit motiv trentennale di Bill Conti, non si può non tifare per Rocky, come il pubblico della città del vizio. Divertente di Mike Tyson.

Sulla trama

Un Rocky Balboa invecchiato ritorna a combattere sul ring.

Sulla colonna sonora

Stupenda, è quella di Bill Conti.

Cosa cambierei

Uhmmm...Nulla.

Su Tony Burton

E' ancora il secondo allenatore di Rocky. Parte marginale, stessa pelata di sempre, baffi ormai bianchi, ma sempre incisivo.

Su Milo Ventimiglia

Interpreta il figlio di Rocky che tenta di staccarsi dalla figura del padre. Forse, il personaggio meno scavato del film.

Su Geraldine Hughes

Interpreta Marie, la ragazza madre che Rocky aiuta prendendola a lavorare nel suo ristorante. Alla fine, è solo la sostituta di Talia Shire, l'interprete di Adriana.

Su Antonio Tarver

E' Mason Dixon, il campione dei pesi massimi bisognoso di lezioni di vita.

Su Burt Young

E' sempre il solito vecchio Paulie: sboccato, brontolone e malinconico.

Su Sylvester Stallone

Buona in terpretazione, anche se doveva presentarsi con un fisico un pò più palestrato.

Su Sylvester Stallone

Molto più azzeccata di quella di "ROCKY IV". Stallone ha compreso che il suo Rocky del 2000 non può essere rappresentato dai videoclip, ma dallo stile anni'70.

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