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Pasolini prossimo nostro

Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Pasolini prossimo nostro

di hallorann
10 stelle

Il 2 Novembre 1975 vicino al litorale di Ostia viene ritrovato il cadavere di Pier Paolo Pasolini, barbaramente assassinato da uno di quei ragazzi di borgata che egli aveva raccontato e descritto nei romanzi RAGAZZI DI VITA e UNA VITA VIOLENTA e al cinema in ACCATTONE e MAMMA ROMA. Sulla natura del delitto non è stata fatta ancora piena luce, a trentaquattro anni di distanza l’unica certezza avvalorata è che il colpevole P.Pelosi non era solo quella notte a commettere l’omicidio, tutto il resto rimane ancora avvolto nel mistero. Tra il marzo e il maggio di quell’anno Pasolini girava il suo ultimo lungometraggio SALO’ O LE CENTOVENTI GIORNATE DI SODOMA, uscito alcuni giorni dopo la sua tragica scomparsa, un film definitivo e durissimo, sequestrato e boicottato, tuttora di difficile visione e sostenibilità. Oggi Giuseppe Bertolucci, defilato e originale regista di cinema e teatro, fratello minore ma non inferiore di Bernardo, ha recuperato dagli archivi del critico cinematografico tedesco G.Bachmann l’ultima intervista realizzata al poeta friulano sul set e i 7.000 scatti fatti da D.Imagen Beer, l’unica fotografa autorizzata e accreditata durante la lavorazione. Bertolucci con questi inediti materiali ha deciso di montare fotogramma per fotogramma le immagini della discussa pellicola, con alcuni fuori set girati da Bachmann e il commento audio di Pasolini stesso che ne racconta la genesi. Ispirato dal romanzo del Marchese De Sade, SALO’ è la storia di quattro signori che rappresentano tutti i poteri: il Duca quello nobiliare, il Monsignore quello ecclesiastico, Sua Eccellenza il Presidente della corte d’Appello quello giudiziario e il Presidente Durcet quello economico. Ambientato durante la Repubblica Sociale, i quattro riuniscono in una villa quattro megere ex prostitute con il ruolo di narratrici e ragazzi e ragazze figli di partigiani o partigiani essi stessi per rieducarli attraverso torture, sevizie e crudeltà inenarrabili. Il regista di IL VANGELO SECONDO MATTEO suddivide le giornate in gironi danteschi dandogli una struttura drammaturgia ben precisa, tematicamente l’opera non era solo un duro atto d’accusa contro il fascismo del ventennio e contro quella assurda parentesi nazifascista del 43-44, ma anche una lucidissima perifrasi sulla società italiana degli anni settanta. In quegli anni il controverso intellettuale dalla prima pagina del CORRIERE DELLA SERA e da altri scritti lanciava anatemi contro la società dei consumi e l’omologazione derivante da questa sorta di nuovo fascismo strisciante, i suoi concetti vengono ribaditi ancora più nettamente dalla sua inconfondibile voce in PASOLINI PROSSIMO NOSTRO. Il titolo del documentario o come definito da Bertolucci un fotoromanzo, fin dai due aggettivi ce lo rende vicino per tanti motivi, nel ’75 le sue parole suonavano apocalittiche e scomposte, oggi sono attuali e ne capiamo tutta la loro forza e gravità. Un altro grande intellettuale del periodo Leonardo Sciascia vaticinava la realtà, allo stesso modo anche Pasolini “come un aruspice (i sacerdoti etruschi che predicevano il futuro esaminando le interiora degli animali) leggeva i mutamenti antropologici e sociali dell’Italia democristiana e industrializzata dell’epoca”. Inoltre egli nell’intervista a Bachmann esplica il significato del sesso presente in SALO’ nelle sue molteplici forme (omo-etero-bisex-sadico e coprofiliaco) come strumento per spiegare la mercificazione dei corpi e del sesso a scopi prettamente consumistici e come ulteriore sintomo di decadenza umana nella nuova società capitalistica nata dalle ceneri di quella contadina. Concludendo si può dire che PASOLINI PROSSIMO NOSTRO è senza dubbio uno dei migliori documentari dedicati a un’opera cinematografica e rimarrà ai posteri anche come eccellente documento su un indimenticato testimone del nostro tempo.

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