Espandi menu
cerca
The Departed. Il bene e il male

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

Recensioni

L'autore

scandoniano

scandoniano

Iscritto dal 27 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 77
  • Post 18
  • Recensioni 1430
  • Playlist 32
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Departed. Il bene e il male

di scandoniano
8 stelle

La recluta Costigan (Di Caprio) è un infiltrato della polizia tra le fila del gangster Frank Costello (Nicholson); il poliziotto Sullivan (Damon) fa invece il lavoro opposto: figlioccio di Costello, è uno sbirro modello che però fa la talpa per il boss.

“The departed – Il bene e il male” è un film che esalta il valore degli opposti. Martin Scorsese gioca con maestria indubbia sul tema della dicotomia, tracciando un’iperbole fluida ed equilibrata che viaggia con una costanza sconcertante, spostandosi ora da un lato ora dall’altro, senza soluzione di continuità. Oltre a rappresentare una meravigliosa metafora sulla differenza (quasi nulla, a conti fatti) tra i due lati della stessa medaglia, il film si rivela un gioco d’equilibri che ribadisce, qualora ce ne fosse stato bisogno, che Scorsese è uno dei migliori registi della storia del cinema. Il regista italo americano non si limita difatti a tracciare la curata sceneggiatura di William Monahan, ma dissemina lungo la pellicola dettagli e orpelli con cui sottolinea ad ogni inquadratura che il mondo ruota attorno alla suddetta dicotomia. Dicotomia che non si dirimerà mai; non si risolverà a favore dell’una o dell’altra parte. Nel film difatti tutto è perfettamente speculare, come un’immagine che si riflette nello specchio e si vede uguale ma contraria. I personaggi di Damon e Di Caprio non prevalgono mai l’uno sull’altro: sono semplicemente in una lotta perpetua che li porterà al reciproco dissolvimento.

Per arrivare alla conclusione, la storia gira centinaia di volte su se stessa, passando per momenti di quasi tangenza tra i due elementi (come l’inseguimento di Costigan o la telefonata di Sullivan al rispettivo nemico), ma mantiene una snervante equidistanza: un parallelismo tra bene e male in cui Scorsese non patteggia per nessuno. Un’equidistanza forse eccessiva, tanto da rivelarsi una sorta di esercizio stilistico che fa deragliare Scorsese dall’intento (più nobile?) di descrivere con evidenza come la differenza tra gangster e sbirri non sia poi così marcata.

Il film si segnala per alcune scene d’antologia, come l’inseguimento di Costigan dopo la consegna della busta al cinema, l’assassinio di Queenan gettato dal settimo piano o l’involontario faccia a faccia finale tra i due infiltrati.

A completare il cast stellare ci sono Mark Wahlberg, Martin Sheen ed Alec Baldwin. Vincitore degli Oscar principali (miglior film, sceneggiatura non originale, montaggio e regia), soprattutto quest’ultima statuetta rimane negli annali per essere (finalmente, a 65 anni) il primo riconoscimento personale dell’Academy a uno dei più grandi cineasti di sempre.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati