Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
La mancata assegnazione ,dopo la pioggia(spropositata,a mio avviso)di nominations,di Oscar importanti,se non si considera quello per l'attrice non protagonista,a "The Aviator",è stata forse salutare per quello che in molti ritengono il più importante autore vivente del cinema americano.Martin Scorsese,dopo due progetti ambiziosi ma in cui non funzionavano diverse cose come il film citato e "Gangs of New York",torna al gangster-movie,traendo ispirazione da una trilogia cinese di gran successo,"Infernal affairs":imbastisce così un thriller drammatico,basato su paranoie parallele e crescenti,dove due giovani vengono inseriti come infiltrati,uno nella polizia per conto della mala,l'altro nella gang più importante per debellare un traffico di chip in vendita ai cinesi per uso bellico.Tira le fila un boss spietato,parolacciaro e godereccio cui Scorsese regala un'entrata in scena da star assoluta,reso energicamente da un Jack Nicholson trasudante carisma,a sessantanove anni tra i papabili ai prossimi Oscar,mentre tra le altre due co-star,DiCaprio è di gran lunga più convincente,nei suoi chiaroscuri violenti,di Damon,che non offre molta duttilità a un personaggio composto soprattutto da una doppiezza assoluta.Lungo ma avvincente,il film è il migliore di Scorsese dai tempi de "L'età dell'innocenza",ma non il più bello dei suoi in assoluto.A diversi spettatori l'escalation finale di violenza non è piaciuta molto:rappresenta,invece,una lezione che sarebbe stata assai affine a Sciascia,suggerendo di aspettarsi sempre un nuovo scalino,più in là,nella corruzione,che rivela un assassino per convenienza che nessuno si sarebbe aspettato.
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