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Profumo. Storia di un assassino

Regia di Tom Tykwer vedi scheda film

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La recensione su Profumo. Storia di un assassino

di kubritch
6 stelle

Si tratta di una favola gotica che racconta la storia di un mutante messianico dall'olfatto portentoso e dal passo ovattato. All'inizio sembra che voglia addentrarsi nella realtà più dura e cruda della storia della nostra presunta civiltà come in un romanzo di Dickens. La voce narrante è sottilmente ironica, come quella di Barry Lindon, ma la fotografia è troppo stilizzata per essere realistica. Nel complesso il film lascia un po' spiazzati e disorientati. Vorrebbe battere strade non convenzionali più da un punto di vista narrativo che estetico, e questo potrebbe essere un punto a favore se non fosse per il fatto che l'incastro tra le parti del racconto non sempre tiene . Per esempio non capisco come mai uno che deve prediligere il senso dell'olfatto poi scelga le sue vittime in base al senso della vista per cui la più bella del reame ha anche il profumo della pelle più bello. E' logico solo in un'ottica commerciale. Ciò collide col sapore di intellettualismo all'europea di chi crede di poter snobbare il piacere, che ha lo spettatore rispetto alla plausibilità della sequenza delle azioni in scena. Certo il regista ha scelto materia complicata da trasporre in immagini cercando di evitare il rischio di cadere nel ridicolo e nello stucchevole. Molti passaggi della storia richiedono una buona dose di complicità che sono stato disposto a concedere solo per la presenza efficace, ma non sempre, dell'attore protagonista che a tratti sembra un novello Anthony Perkins. Quello che mi è piaciuto è il fatto che le parti silenziose abbandano rispetto a quelle parlate. Ma è sul senso della storia che non mi ci raccapezzo. Si vede che Tykwer ci teneva, ha composto persino le musiche - che non mi sono affatto dispiaciute - e partecipato alla sceneggiatura. Qual è, banalmente parlando, la morale della favola? Che il fine giustifica i mezzi? Che il fine della bellezza trascende ogni cosa? Che l'uomo è un animale che segue i suoi istinti sempre? Che gli istinti portano sempre alla giusta conclusione? Ci debbo pensare. Molto poco perché non credo che sia di capitale importanza decriptare il senso di questo film. Nonostante tutto a tratti lo percorre un certo fascino, dunque è sufficiente.

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