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Profumo. Storia di un assassino

Regia di Tom Tykwer vedi scheda film

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La recensione su Profumo. Storia di un assassino

di will kane
6 stelle

Il progetto della trasposizione al cinema del best-seller "Il profumo",uscito nella seconda metà degli anni Ottanta,è di vecchia data,se ne parlava già nel '90,ma il fatto che autori come Stanley Kubrick e Brian DePalma abbiano valutato seriamente la cosa per poi preferir lasciar perdere,la dice lunga sulla difficoltà di tramutare in sceneggiatura e poi in film, un romanzo basato in gran parte sulle descrizioni delle essenze e delle percezioni olfattive straordinarie del protagonista Grenouille,un reietto per nascita,condannato a una crisi esistenziale conduttrice al delitto,per via della sua assoluta mancanza di odor proprio.Passato nelle mani del tedesco Tom Twiker,che applausi ebbe quando realizzò "Lola corre",e stroncature ricevette con il successivo "Heaven",il difficile lavoro è oggi una pellicola lunga due ore e venti,per lo più male accolta dalla critica internazionale.Ora,rimane il fatto che a volte la pellicola inciampi in un ovvio didascalismo,data la troppo frequente(nella prima parte più che altro) intrusione della voce narrante,spesso opprimente,e sprechi il massimo punto di forza del romanzo,quel finale inatteso,crudelissimo eppure talmente logico da lasciare il segno,in una conclusione misticheggiante similare al libro,ma deludente.Vero è che la lunga durata del film non pesa,il racconto è tutto sommato ben condotto,e alcuni passaggi,come il preludio agli assassinii compiuti da Grenouille,abbiano la sinuosità sinistra necessaria:"Il profumo"-film non poteva non deludere molta gente,ancor più per il fatto che da un racconto così avaro di dialoghi,il lettore ha modo di elaborarne una versione "mentale" personalizzata ancora più marcata.Il protagonista,Ben Whishaw,incarna bene la mostruosità timidamente feroce del folle Grenouille,in alcuni momenti con echi dell'originale Norman Bates hitchcockiano,tratteggiando abilmente ora l'atona propensione all'omicidio,ora il senso di smarrimento genuino del personaggio.Il punto è che occorre vedere se allo spettatore che non ha letto il romanzo,quindi potenzialmente chi dà un giudizio meno "coinvolto" apprezzi il lungometraggio,oltretutto con l'effetto piuttosto sminuito dell'impressionante scena finale.

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