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Indiana Jones e il tempio maledetto

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su Indiana Jones e il tempio maledetto

di maso
8 stelle

 

 

La seconda avventura di Indiana Jones è scaturita più dalla spinta di Lucas che dalla iniziativa di Spielberg che si ritrovò per questa operazione a vestire i panni del semplice, se così si può dire, regista che segue minuziosamente le direttive del suo produttore e sceneggiatore.

Il film in questione è all'unanimità considerato da critica e pubblico inferiore al suo predecessore e a "L'ultima crociata" per la sua eccentricità avventurosa che va a discapito della doppia valenza del personaggio che è si un avventuriero ma anche uno scienziato e in questo episodio Indy è prevalentemente coinvolto in scene mozzafiato piuttosto che in una ricerca sostenuta da una sceneggiatura ben oliata dove gli avvenimenti si concatenano in un meccanismo con gli ingranaggi tarati al millimetro, si ha come l'impressione che in fase di scrittura sia stata stilata una lista di situazioni visivamente spettacolari come il ponte di corda sul guado pieno di coccodrilli o l'inseguimento sui carrelli nella miniera che sono poi state legate insieme per formare una storia, è questo il difetto più grosso del film tanto che dopo averlo rivisto a distanza di anni ho avuto la netta sensazione della sua più facile godibilità da parte di un pubblico giovane o giovanissimo ma nonostante ciò è anni luce superiore a quella patacca orrenda che è il quarto capitolo di cui ho già stilato la mia recensione e vorrei il più possibile evitare di parlarne.

"Indiana Jones e il tempio maledetto" è comunque un film molto divertente e spettacolare che gode di immagini illuminate magnificamente e sequenze entusiasmanti in cui umorismo, suspense ed avventura, paura e raccapriccio coabitano alla perfezione, molto della riuscita la si deve ad un insuperabile Harrison Ford in forma fisica strepitosa, immerso nella parte alla perfezione conscio come era del suo status di superstar in ascesa della new Hollywood anni ottanta, al suo fianco ci sono due eccellenti compagni d'avventura come Ke Huy Quan nel ruolo del piccolo aiutante Short Round e la bella Kate Capshaw nel ruolo di Willie una perfetta damisel in distress per tutto l'arco della storia in cui il dottor Jones dopo essere scampato ad una "velenosa" faccenda in un ristorante di Shangai si ritrova a dover recuperare una pietra sacra e salvare i bambini di un villaggio poverissimo schiavizzati da una setta misteriosa nel cuore dell'India.

Il film meno amato da Spielberg a livello professionale ma importantissimo sotto l'aspetto personale visto che proprio sul set di questo film incontrò Kate Capshaw, la sua compagna di vita.

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