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Quo vadis?

Regia di Franco Rossi vedi scheda film

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La recensione su Quo vadis?

di mm40
6 stelle

L'amore impossibile fra Vinicio (nobile romano) e Licia (ancella cristiana) durante le persecuzioni dei cristiani a Roma, nei primi anni del primo secolo DC; lo sfondo è quello della decadenza dell'impero sotto il governo di Nerone.

 

Il romanzo di partenza è lo stesso, del polacco Henryk Sienkiewicz, che ispirò l'omonimo film di Mervin LeRoy del 1951; la sceneggiatura viene qui sviluppata da un team composto dal regista Franco Rossi, Ennio De Concini e Francesco Scardamaglia, che ricopre anche incarichi di produzione insieme al padre Elio. Naturalmente, lavorando per la televisione (Rai), Rossi ha a disposizione un buon budget e, soprattutto, un metraggio consono a sviluppare ampiamente il testo originale; il risultato sono sei puntate da un'ora circa ciascuna, ovvero 360 minuti di film: non un'opera semplice a digerirsi. A renderla accattivante riescono però i professionisti reclutati e messi in azione sul set, a partire dal cast tecnico (musiche di Piero Piccioni, fotografia di Luigi Kuveiller, scenografie di Luciano Ricceri) per arrivare a quello artistico, che vede la partecipazione fra gli altri di Klaus Maria Brandauer, Francesco Quinn, Frederic Forrest (doppiato da Pino Locchi), Leopoldo Trieste (doppiato da Ferruccio Amendola: incomprensibilmente), Philippe Leroy, Barbara De Rossi, Max Von Sydow (Pietro, meglio noto in futuro come San Pietro), Gabriele Ferzetti, Olga Karlatos, Massimo Girotti, Angela Molina, Françoise Fabian. Un quadro delle persecuzioni dei cristiani nel primo secolo DC, in parallelo agli sviluppi della decadenza dell'impero romano sotto Nerone: un lavoro dalle dimensioni colossali, sì, e confezionato con debita cura; nulla di nuovo però per Rossi, che aveva già diretto numerosi film televisivi per la tv di Stato, fra cui - ambientati anch'essi nell'antichità - un'Odissea (1968) e un'Eneide (1971). 6/10.

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