Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Un bel thriller distopico. Forte di una premessa interessante, la prima parte di film è straordinaria per quanto riguarda l'impatto emotivo. Questo grazie soprattutto alla regia di Cuarón, estremamente realista e sempre avvezzo a magnifici virtuosismi come nel precedente Harry Potter e il prigioniero di Azkaban oppure il successivo Gravity. Qui in particolare, i piani sequenza usati per raccontare le adrenaliniche scene finali ispireranno autori come il connazionale Iñárritu e Fukunaga.
In quest'opera forse Cuarón si sofferma meno sull'esplorazione del tormento umano dei protagonisti, ma non fallisce nello sguardo d'insieme. Grazie anche a composizioni che rimandano a grandi artisti del XIX secolo come Delacroix o il Manet di Fuga di Rochefort (nel magnifico finale), I figli degli uomini diventa l'epica denuncia sociale (il problema dell'immigrazione) di uno dei registi più interessanti della contemporaneità.
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