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Sogni radioattivi

Regia di Albert Pyun vedi scheda film

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La recensione su Sogni radioattivi

di LIBERTADIPAROLA75
8 stelle

1996, la Guerra Nucleare ha ormai messo la sua terribile ombra sulle sorti del Pianeta Terra. Due professori di fisica nucleare sicuri del peggio hanno creato un enorme bunker antiatomico fornito di tutto e scavato all'interno di una collina boschiva americana. Mentre si stanno recando nel luogo incrociano due bambini che giocano tranquilli. Un attimo e un flash nel cielo spezza l'aria, i quattro alzano gli occhi e vedono il fungo nucleare. I due scienziati prendono con sè i bambini e li portano dentro la struttura. Passano vari anni nel quale i due piccoli crescono vivendo da soli (che fine hanno fatto i dotti ricercatori?), passando il tempo a leggere romanzi polizieschi pulp anni '40, la maggior parte scritti da Dashiel Hammet e Raymond Chandler. Il 1° Aprile del 2010 uno dei due ragazzi annuncia all'amico che, forse, ha trovato il cancello per uscire dall'edificio. Vestiti con lo stile anni '40 dei loro beniamini (c'era un po' di scelta nel vestiario), armati di occhiali da sole (chissà com'è il cielo dopo il nucleare?) e a bordo di una autovettura cabrio classica trovata lì, i due (Michael Dudikoff, in un ruolo ben lontano dall'eroe esperto di arti marziali col quale diventerà famoso, e John Stockwell, reduce da CHRISTINE- LA MACCHINA INFERNALE e futuro regista della trilogia acquatica), sono pronti per aprire il portone. Cosa li attende dall'altra parte?

A questo punto preferisco interrompere il racconto della trama per non spoilerare oltre, il film è tutt'altro che verso la fine (non è passato neanche un quarto d'ora!) ma dato il soggetto è invitante lasciare il senso di curiosità che potrebbe invogliare la visione sul punto "Cosa li attende dall'altra parte?". Secondo film di Albert Pyun, girato quando ancora il regista aveva ambizioni d'autore e realizzava meno film ma curati mentre ora ne sforna anche tre o quattro all'anno e quasi tutti girati male, ha un budget basso ma idee. Lo stile narrativo è grottesco e demenziale, quasi si volesse fare la parodia dei Post Atomici stile THE DAY AFTER, le trovate sono originali e non solo a livello di sceneggiatura (al quale probabilmente guarderà per alcune situazioni analoghe Harmony Korine in GUMMO) ma anche tecnico, buona l'idea che la parte ambientata nel bunker sia in bianco & nero e simpatica la data (1° Aprile, giorno del pesce!) nel quale escono. Qualche omaggio quà e là al cinema classico e un bel messaggio sul piacere di poter sognare di vivere l'avventura che più si desidera per sfuggire ad una realtà malata.

Girato nel 1985, rimasto inedito in Italia, ha vinto il Corvo D'Oro al Festival Internazionale del Cinema Fantastico di Bruxelles nel 1987.

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