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Un americano a Roma

Regia di Steno vedi scheda film

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La recensione su Un americano a Roma

di jonas
7 stelle

Nando Moriconi alias Santi Bailor vuole fare l’americano ma è nato in Italy, come cantava Carosone (e come ripete Edoardo Bennato decenni dopo: “Tu vuoi l’America che io non ti posso dare, / tu vuoi l’America che sta al di là del mare [...] Tu vuoi l’America e il sogno ti porta via, / tu vuoi l’America della tua fantasia”): tenta goffamente di imitare gli stili di vita di oltreoceano, ma si caccia sempre nei guai. Sordi riprende il personaggio-macchietta di Un giorno in pretura e lo sviluppa per un intero lungometraggio, senza però dargli spessore: il risultato è sostanzialmente un film a episodi, introdotti per lo più con l’espediente del flashback a partire dal momento in cui Nando minaccia di buttarsi giù dal Colosseo. Alcune scene sono insipide, specialmente quelle nel campo di prigionia tedesco, altre più divertenti, come quella con la pittrice (dove ancora una volta Nando finisce a vagare nudo). Interessante l’esibizione dei modelli cinematografici di riferimento: La quattordicesima ora, L’asso nella manica, Vacanze romane e i musical con Gene Kelly (oltre alla parodia della coppia nostrana Rossellini-Bergman). Più che un film è un pezzo di storia del costume, che ha dato a Sordi una tale notorietà da procurargli la cittadinanza onoraria di Kansas City (!!).

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