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Ho vinto la lotteria di Capodanno

Regia di Neri Parenti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ho vinto la lotteria di Capodanno

di AndrewTelevision01
8 stelle

Dopo aver tentato svariate volte il suicidio, Paolo Ciottoli (Paolo Villaggio), giornalista romano da tempo preso in giro dai suoi colleghi, vince la lotteria di Capodanno (5 miliardi di lire) e, dopo aver bevuto un mix di detersivi (ultimo opzione di suicidio), quest'ultimo chiama un'ambulanza per una lavanda gastrica. Il giorno dopo, dopo la richiesta del direttore del giornale per cui lavora (Ugo Bologna) nel cercare il miliardario, Ciottoli si autoproclama tale e viene subito inondato da gente interessata ed incuriosita. Dopo essersi sorbito gli applausi e i complimenti da colleghi e non, un boss di mafia (Gianpaolo Saccarola) e i suoi due scagnozzi lo intidimiscono e gli chiedono del biglietto, ma poco dopo ci vengono mostrati i "progressi" di Ciottoli. Tornato a casa, Ciottoli perde il biglietto e ci vengono mostrate varie gag sulla sua sfortuna, in questo caso involontaria per il fatto che sia ricco sfondato, una delle quali, ad esempio, quando l'acqua della doccia di casa sua distrugge il soffitto del piano di sotto, dove vi é una famiglia che pranza (N.B: Questa scena verrà riutilizzata in "Natale Sul Nilo", quando Bruno Arena de "I Fichi D'India" chiede alla cameriera "un po' d'acqua"). Assetato di fama e attenzione, Ciottoli spende 4 milioni a testa per un dipinto e una macchina da scrivere, ricevendo appunto l'attenzione di tutti. In seguito, viene accompagnato da un cieco (Camillo Milli), che lo porta in un centro d'accoglienza per non vedenti. Interessato solo ed esclusivamente agli oggetti di valore, ma soprattutto a riavere il biglietto, Ciottoli scappa e, fingendosi un visitatore, tenta di rubare cristallerie molto preziose: seguono così i tentativi di rubare nell'ambasciata araba e su un palcoscenico, dove vi é uno spettacolo sulla Rivoluzione Francese. Notevole, però, come nonostante la sua avidità sì arrivata allo sfacelo, Ciottoli stesso tenti di salvare, durante un'incendio in un condominio, una cosa da lui importante, la macchina da scrivere, che viene caratterizzata come ricordo più importante. Dopo essersi sacrificato per riavere il biglietto, Ciottoli decide di suicidarsi nuovamente, stavolta bruciandosi vivo, ma proprio al momento giusto gli viene riferito che il biglietto si trova nel centro d'accoglienza (per i non vedenti) e, dirigendosi nel luogo, viene a conoscenza di un omaggio a lui per quanto riguarda la sua (involontaria) donazione al centro (devo ammettere che é una scena commovente). Il film finisce con un primo piano su una statua dedicata a Ciottoli, soprannominato "Il Nostro Benefattore".

Commedia brillante. É raro che io dia un voto positivo ad un film di Parenti, che oggi é essenzialmente conosciuto come l'erede dei Cinepanettoni, assieme i fratelli Vanzina e Co., ma recentemente ho rivisto le sue versioni fantozziane, che hanno reso più popolare e divertente il personaggio di Fantozzi, che da una parte ci sta, ma che, proseguendo, ha rovinato la caratteristica più importante del personaggio: quella di difendere la sua satira, quale é incentrata sul lavoratore italiano escluso e sottomesso dal datore di lavoro e non. Ma qui la storia non é incentrata sul fantasmagorico e sfigato ragioniere, ma su un individuo che gli assomiglia. Notiamo, infatti le varie citazioni al personaggio interpretato da anni da Villaggio, ovvero la camminata fantozziana, la sfiga e soprattutto la parlata. In questo personaggio, però, troviamo più forza di volontà e più carattere: memorabile la scena in cui Ciottoli distrugge mezzo studio del direttore, vendicandosi di chi si prendeva gioco di lui in passato, e dimostrando che avendo i soldi si vive di attenzioni. Molto calzante la satira nascosta del film, che dimostra la (non) saggezza di non saper spendere bene i soldi, soprattutto se vinti, in questo caso ad una lotteria. Chi se lo sarebbe mai immaginato che quello stesso anno Villaggio avrebbe partecipato, come personaggio secondario, nell'ultimo capolavoro di Fellini, "La Voce Della Luna": una grande svolta che ci ha dato un'impronta più buia e profonda del simpatico Villaggio, che secondo me é spesso dimenticata nella sua carriera attoriale. Ritengo Villaggio uno dei miei attori preferiti in assoluto, perché nonostante abbia usato più volte il personaggio che lo ha reso più famoso anche internazionalmente, é riuscito a dare un qualcosa che molti attori, o artisti contemporanei osano, tentano, ci provano ma non riescono a fare (perlomeno in alcuni casi): dare credibilità a quella interpretazione, buona o brutta che sia.

Un film da non buttare nel dimenticatoio.

8.

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