Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Un colpevole d'innocenza, con le manette ai polsi, il viso tumefatto, cammina in un tunnel verso l'oscurità più profonda. Questa è l'immagine simbolica più potente di questo capolavoro di Joon-ho Bong. Immagine che da sola descrive benissimo un paese allo sbando, in preda alla violenza incontrollata ed incontrollabile, ai dubbi di un popolo che non ha fiducia nelle istituzioni, costretto ad obbedire e a subire in silenzio le atrocità del regime. "Memories of Murder" sotto le vesti di un elegante thriller/giallo cui non manca una buona dose d'ironia nasconde un coraggioso film di denuncia politica. Il serial killer non è solo un semplice serial killer. E' una presenza invisibile, inafferrabile, malsana, che aleggia sull'intero paese, che aggiunge ombre inquietanti su ombre già esistenti. Joon-ho Bong non si risparmia, dipingendo la polizia coreana come incapace e violenta; l'unica luce sembra rappresentata dal giovane detective arrivato da Seoul come aiuto nelle indagini, un giovane che utilizza metodi investigativi finalmente razionali e scevri da ogni tipo di violenza ed intimidazione, salvo poi essere risucchiato anch'egli (in un finale che è Cinema maiuscolo allo stato puro) nel vortice della disperazione dovuto all'inconcludenza dell'indagine. Finale nero, nerissimo anzi, in cui il senso di smarrimento e di frustrazione per una questione aperta e purtroppo mai chiusa getta uno sguardo di sconforto su un passato torbido e di sfiducia nei confronti di un futuro che pare non avere speranze. Regia ottima che non si affida ad inutili virtuosismi, fotografia grigia ed opprimente. Per me, una delle vette cinematografiche degli anni 2000.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta