Espandi menu
cerca
Water

Regia di Deepa Mehta vedi scheda film

Recensioni

L'autore

gatta_nera

gatta_nera

Iscritto dal 15 marzo 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 1
  • Post -
  • Recensioni 4
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Water

di gatta_nera
8 stelle

Nonostante ami molto il cinema, mi capita molto raramente di trovare un film che susciti la mia commozione. Beh, quello di questa sera invece l’ha fatto… ed alla grande!

E’ un film che la regista Deepa Mehta ha avuto non pochi problemi a girare perché osteggiata dal governo e minacciata addirittura di morte mentre andavano distrutte le attrezzature per le riprese, per questo è stato girato, in segreto, in Sri Lanka.

Siamo nella città santa di Varanasi in India nel 1938, si sente appena parlare del Mahatma Gandhi e delle prime proteste contro gli inglesi e la tradizione classista, in questo contesto si seguono le vicende di alcune vedove, ridotte allo stato di povertà dalla loro condizione.

Infatti alla morte del marito le donne perdono ogni diritto, possono essere messe al rogo insieme al defunto, oppure essere allontanate dalla vita civile o, nella migliore delle ipotesi, essere sposate dal fratello minore del defunto ma solo se la famiglia dello sposo è d’accordo.

Le donne vivono, quasi recluse, in un ashram ma la regista ce lo mostra con gli occhi dell’ultima arrivata, una bambina di otto anni rimasta vedova prima ancora di conoscere il marito che cerca di portare un ventata di colore nella tristezza di una vita spesa nell’attesa della morte.

E’ un film di contrapposizione, la durezza degli interni dell’ ashram e le immagini quasi fiabesche del fiume sacro con i sui enormi alberi illuminati dalle candele… ed ancora la tirannia delle più anziane e la storia d’amore di una delle più giovani… la rassegnazione di chi non ha più neppure la forza per vivere e la speranza di un mondo migliore propiziato da Ghandi.

Qualcuno ha criticato la pellicola perché la storia d’amore sembra essere fuori luogo nel contesto di denuncia che la regista ha dato al film ma io penso invece che questo mescolarsi di sentimenti faccia si che non sia la rabbia il sentimento che suscita nello spettatore ma bensì la partecipazione, la compassione per questa lotta fra poveri, perchè le vedove vengono abbandonate poiché sono “un familiare in meno da sfamare, un sari, un letto, più spazio dentro casa. Una questione di soldi in nome della religione. Come sempre”

Dal punto di vista puramente cinematografico, la fotografia è davvero molto bella, degna di nota la colonna sonora, struggente l’interpretazione di Sarala (la piccola Chuya), buona ed intensa quella di Seema Biswas (una delle vedove che si prende cura della piccola), Lisa Ray eJohn Abraham sono sicuramente molto più belli che bravi ma, in questo contesto, possiamo anche perdonarli.

Il film termina con una didascalia che dice che le vedove in India sono circa 34.000.000 (per capirci più della metà della popolazione italiana) e che la maggior parte vive ancora oggi in condizioni di estrema povertà.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati